Triora da ormai vent’anni è nota come ”paese delle streghe”. E’ li che qualche secolo fa è avvenuto un ,processo correvano gli anni 1587-1589, le imputate erano alcune donne accusate di stregoneria. La festa ricorda questo processo. Le accuse erano partite sul finire dell’estate 1587 quando, nel corso di una grave carestia e in un clima di insicurezza generale, diverse donne del paese e, in un secondo momento, di tutta la valle, furono incarcerate come sospette. Ai primi di ottobre giunsero sul luogo due inquisitori, mandati uno dall’Inquisizione di Genova e uno da dal vescovo di Albenga. Nel gennaio 1588 gli anziani di Triora si lagnarono con Genova per il modo con cui erano condotti i processi, che negli anni seguenti furono rivisti più volte. Almeno una quindicina delle donne accusate di stregoneria moriìin carcere tra l’87 e l’89, le altre, forse (non risulta con certezza per mancanza di documenti) furono liberate. Secondo i racconti popolari e le cronache del processo, le streghe si riunivano in luoghi dove praticavano riti satanici, si accoppiavano con il diavolo e maligno e lanciavano maledizioni. I loro sabba infernali erano in grado di provocare delle carestie.
Sembra assurdo però la nuova carestia, la crisi economica e politica in cui “giace” il nostro Bel Paese, nel 2011 colpisce le moderne streghe, le donne, che risultano essere inoccupate e disoccupate molto più degli uomini e poi, sembra un brutto scherzo del destino i fondi decurtati questo anno hanno colpito un altro paese di streghe e magie, Benevento dove sono saltate tutte le inziative con le quali gli anni passati si ricordava una storia millenaria diventata fattore portante dell’identità storica e culturale di un intero territorio. “Le streghe di Benevento sono una tradizione unica che non è riscontrabile in nessun altro posto”, spiega all’Adnkronos Rosanna Scocca, presidente dell’associazione ‘Bellezza Orsini e le streghe di Benevento’.
L’associazione prende il nome da una donna che nel Cinquecento fu accusata di stregoneria e, prima di essere mandata al rogo, si suicidò in carcere “per salvaguardare la sua dignità di donna”, racconta Scocca, sottolineando il legame che unisce la leggenda delle streghe sannite con la storia dell’emancipazione femminile. “Le donne che venivano indicate come streghe – aggiunge – erano quelle che preparavano i medicinali alle erbe per guarire le malattie, esponenti della medicina popolare contrapposta a quella ufficiale. Erano donne emancipate che vivevano autonomamente senza bisogno di un uomo e che guadagnavano da sole quanto bastava per poter mangiare. Per questo motivo, erano viste come nemiche, come persone pericolose, e quando magari l’unguento non faceva effetto venivano perseguitate, denunciate e uccise in quanto streghe”. E in quanto streghe venivano accusate di aver provocato le tempeste che rovinavano i raccolti e causavano carestie, a loro venivano attribuite le morti infantili, fatto non straordinario per l’epoca.
Insomma Benevento che delle streghe è patria, quest’anno resta orfana della sua tradizione: “Nel 2007 – racconta Scocca – organizzammo una grande manifestazione, con rappresentazioni teatrali sui processi alle streghe, esposizioni di prodotti tipici e letture di libri sul tema, cosi’ come anche l’anno scorso, seppur ridotta rispetto a quella di 4 anni fa”. “Quest’anno – continua Scocca – non abbiamo presentato alcun progetto, sapendo che gli enti pubblici non ci avrebbero potuto aiutare perché non ci sono soldi. Ci rivolgeremo ai privati, sperando di avere una mano e di poter organizzare, l’anno prossimo, un convegno o una manifestazione che si svolga la notte tra il 23 e il 24 giugno, la notte magica per eccellenza durante la quale le streghe raccoglievano le erbe magiche per i loro unguenti e svolgevano le loro riunioni sotto al noce”. E magari ai dibattiti potrebbe intervenire qualche sacerdote: “Li abbiamo sempre invitati ma non e’ venuto mai nessuno, prova che ancora oggi resiste un pregiudizio che accompagna da sempre le streghe”, sottolinea Scocca.
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