Le Sultane, nuovo romanzo di Marilù Oliva

Creato il 29 luglio 2014 da Vfabris @FabrizioLorusso

“Perché se non sei niente per nessuno, nessuno sarà niente per te”. Ho appena finito di leggere Le sultane di Marilù Oliva (Elliot Ed., 2014) di cui potete vedere il book trailer nel video che ho inserito sopra. Ma state attenti a non emozionarvi troppo e soprattutto a non sporcarvi di sangue. Alla fine della lettura sono rimasto trasognato, spaventato e ammirato. Ho cominciato un processo mentale di ricostruzione della trama e di riappropriazione dei significati e delle sensazioni. Ho sognato il film delle Sultane. Insomma, il testo ha funzionato. Ripenso al tempo, all’inesorabile scorrere della vita che costituisce l’oggetto delle riflessioni del romanzo, un noir tragicomico e colmo d’umanità profonda, dall’intreccio accattivante e costruito con coerenza e dinamismo dall’inizio alla fine. Tutto s’incastra a regola d’arte, con semplicità e fluidità. Le tre sultane, Wilma, Mafalda e Nunzia, abitano in via Damasco a Bologna, in un condominio popolare e si fanno delle belle partite a carte almeno ogni settimana.

Sono tre vecchine ultrasettantenni all’apparenza innocue, grandi amiche e compagne d’avventura nella fase finale della vita che, però, riserva loro grate e meno grate sorprese. Nunzia è cattolica e superstiziosa. Sopporta la vita con il fratello alcolizzato e la sua unica gioia è la “dolce e perfetta” figlia, Betta. Wilma ha, anzi aveva, due figli: Juri, che è morto in un incidente motociclistico ed è la sua ossessione, e Melania, che invece vive fuori casa con alcuni fanatici di una setta e non sopporta la madre. Mafalda è la persona più tirchia e scaltra dell’universo e cura il marito Giorgio, malato di Alzheimer. Il lato oscuro delle tre donne coinvolge e travolge direttamente i loro vicini di casa, una coppia italo-senegalese: Carmela, ragazza irrequieta e sgarbata, e Bubi, il suo  amante, convivente e complice originario dell’Africa.

Il cielo nebuloso e fosco delle Alpi Orobie si staglia di fronte a me e facilita il divagare della fantasia: mi sono ritrovato a Bologna, sono diventato un vicino di casa delle Sultane, le ho sentite litigare e fare la pace, le ho viste arrancare sulle scale, appesantite dal passato e dai chili di troppo, e ho incrociato gli altri condomini, i loro parenti, le loro terribili inquietudini e solitudini. Di ritorno dalle loro stanze riapro gli occhi e mi gusto la loro saggezza, prima che sia troppo tardi. “Diventi vecchio quando ti accorgi di non avere più forze per impedire che siano gli altri a scegliere per te”. “E’ questa la vecchiaia, il passaggio dalla dimensione dell’infinito alla gabbia del prevedibile”. Con amarezza sorrido, dimentico del tempo e dei suoi inganni.

Marilù Oliva è giunta al quinto romanzo. Dopo Repetita e la trilogia della Guerrera, eroina precaria della salsa a Bologna (¡Tú la pagarás!, finalista al Premio Scerbanenco, Fuego e Mala Suerte, vincitori del Premio Karibe Urbano per la diffusione della cultura latino-americana in Italia), ha curato l’antologia Nessuna più – 40 autori contro il femminicidio, in collaborazione con Telefono Rosa. Su CarmillaOnLine potete leggere l’incipit de Le Sultane (link).


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