Le Tante Anime di Elisa

Creato il 01 aprile 2014 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Silvia Medeossi 

Non vi è mai capitato di pensare a quante storie pazzesche possano essere innescate da una semplice, semplicissima canzone? E di quanto queste storie siano belle, di quella bellezza direttamente proporzionale a quella delle canzoni stesse? Credo siano le cartine al tornasole di un lavoro ben riuscito, quello innescato da un cantautore smanioso di far volare in musica tutto l’amore per la musica, per la vita. Storie che forse non gli vengono restituite, non gli vengono raccontate se non empaticamente in quella risacca di emozioni che dondolano fra palco e platea ai concerti. Alla tappa triestina de L’Anima Vola Tour, bastava osservare l’eterogeneità del pubblico per intuire quanta varietà di vite e storie deve aver saputo toccare la voce di Elisa. La mia vicenda è legata a Pipes & Flowers, è un po’ un concatenarsi di ricordi dell’adolescenza, quel fondere la tua crescita con quella di una ragazza che ti sembra quasi della tua compagnia, della tua cerchia di amici, maturata con te perché la sua musica ha avuto lo stesso ritmo della tua esistenza, le sue canzoni hanno azzeccato in quel momento anche uno spaccato della tua quotidianità. È così che senti tuo quel brano, custode dei tuoi ricordi e indiscutibile segno tangibile di un talento. Talentuosa Elisa lo è in modo autentico e pregnante, tanto da sapere dialogare con i suoi interlocutori costantemente durante il concerto, proprio creando quella risacca di emozioni regalate e contraccambiate, in un moto continuo. Facilissimo definirla artista a tutto tondo dopo aver assistito ad uno spettacolo come quello di sabato scorso al PalaTrieste: una linea che si sviluppa in modo armonico e creativo, toccando tutte le facce della poliedrica cantautrice, da quella rock alla soul, in un contesto sempre ben integrato con testi e rimandi.

Un’artista definitivamente cresciuta, che mostra anche le sue debolezze, le sue criticità trasformandole in pregi sullo spartito ed in potenzialità nei versi. Il pubblico lo sente e la premia, applaudendo alle sue idee scenografiche e coreografiche con cui dimostra di voler condividere le sue emozioni con tutta la creatività di cui è capace, a mio dire egregiamente. Ambientazione grafica, coreografica, sartoriale e d’effetto per potenziare la velocità con cui far arrivare la sua voce al cuore: piace la considerazione che possa permettersi tutto questo quale reale arricchimento e ciliegina sulla torta di uno spettacolo vocale di per sé perfetto e non di certo a ripieno di doti dubbie. Nessun dubbio, infatti, quando, abbandonata una primissima mise da concerto pop, mette a nudo le ugole suonando al piano, fra le altre, una struggente Dancing, per poi passare alla chitarra e persino alle percussioni per indimenticabili versioni rispettivamente di Broken e A Prayer. Ci piace perché non si perde in facili convenevoli con l’auditorio e si sbottona con qualche battuta in triestino solo ben oltre metà show. Ci piace perché nel dialogare con i suoi fan dal palco, non strumentalizza le sue fragilità ma è sinceramente genuina. Ci piace perché, scrivendo finalmente un album interamente nella nostra lingua, supera le sue barriere mentali per onorare ed incoraggiare l’italiano medio e spronarlo a sognare e sperare. Ci piace perché la consideriamo una bravissima artista modello di italianità. Mi piace perché mi ha emozionato a dose rincarata quando a cantare non c’era solo tutta la platea ma anche mia figlia. Elisa fa volare la speranza con le note della musica e non soltanto sulle ali di carta menzionate da una fra le più belle delle sue canzoni: ci piace perché non serve ascoltare tutta la trentina di brani proposti per sentirlo e dare un significato in più al titolo L’Anima Vola Tour.

Fotografie di Simone Di Luca


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :