Chi non si è mai sentito in balia delle tempeste della vita, perso, naufrago, incapace di trovare un possibile approdo, di sperare in una salvezza?
A volte coloro che hanno provato questo smarrimento hanno avuto l'intuizione che da lì, oltre le onde, potesse iniziare la "rinascita".
S'impara molto dall'esperienza di una perdita totale. La "letteratura del naufragio" tratta proprio di questo, della vita, e s'interroga su quesiti mai risolti: il perché della morte, del dolore, dell'esistenza o meno di Dio.
(dall'introduzione a Maria Cristina Mannocchi, Tempeste e approdi. La letteratura del naufragio come ricerca di salvezza, edizioni Ensemble)