Ci vuole stomaco per i libri di Trollope. Stomaco e dedizione, sacrificio, impegno, e tanta, tanta voglia di finirli...
Questo è il secondo libro del ciclo di Barset, che Trollope mise insieme realizzando una fotografia straordinaria dell'Inghilterra - sessista, imperialista, coloniale e razzista, e classista - dell'epoca.
Perché stomaco per leggerli? Perché sono lunghi, a volte esasperanti, con descrizioni e digressioni che ammorbano nel loro dettaglio, e mettono a dura prova il lettore 'moderno'.
Io adoro calarmi nei mondi ormai sepolti, amo profondamente sognare periodi più spensierati - a patto di essere ricchi e nobili, s'intende! -, con questi ritmi lunghi, mai affannati, apparentemente sereni.
Trollope però esagera e mette in difficoltà il lettore, anche quello meglio disposto. Proprio al contrario di Jane Austen, formidabile narratrice della vita di tutti i giorni con quel lieve distacco ironico che la contraddistingue.
Ora prima di attaccare gli altri quattro della serie devo fare decantare, assorbire, e un po' anche riavermi.
La scelta che ho fatta per riprendermi non è delle migliori, anzi, ma tant'è.
Il bello del leggere è proprio quello di scoprire piano piano se il libro ti piace.