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Ulteriori e sorprendenti conclusioni derivate dall'analisi dei dati emersi dalle due esplorazioni "Operazione Sfingi 2007 I - II"
© Diego Baratono in concessione ad Acam.it
Concordemente alle conoscenze da anni acquisite dagli studiosi, secondo la documentazione nota, in conseguenza dell'attenta analisi dei dati raccolti e, soprattutto, in base alle fondamentali osservazioni effettuate in loco, si può affermare, con un grado di probabilità molto prossimo alla certezza, che le tre piramidi di el-Giza furono costruite dall'alto e non dal basso come si è erroneamente supposto fino ad oggi. L'idea, che a prima vista può sembrare stravagante, è invece robustamente supportata e quasi direttamente dimostrata collazionando le numerose indicazioni ricavate dall'ispezione del sito che ho denominato "Terzo livello" individuato ad Ovest di el-Giza, con le due esplorazioni "Operazione Sfingi 2007 I - II". Diventa estremamente chiaro in effetti, se è vero che la zona focalizzata del "Terzo livello" era "anche" una cava a cielo aperto, in origine ben più alta di quanto sia possibile apprezzare oggi (oggi siamo a +100 metri sul livello del Nilo, e a +50 metri rispetto al livello delle Piramidi) e, in ogni caso, areale sfruttato con estremo senso pratico, quasi fosse una gru, dimostrando una volta di più la gran capacità logistica maturata dagli antichi costruttori egizi, che calare dall'alto, o quanto meno, muoversi in orizzontale con il materiale di sbancamento ricavato dal sito in discorso era d'estrema semplicità tecnica ed esecutiva.
A questo proposito incominciano ad avere un senso estremamente preciso, univoco e peculiare le rampe citate da Erodoto, che sottolineo erano in discesa come confermato anche dalle immagini satellitari fornitemi dal professor Paolo Trivero dell'università del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro" di Alessandria, le slitte e così via. Dalle immagini si può comprendere, infatti, che la dimensione delle rampe da creare ed utilizzare partendo da questo punto dell'altipiano di Giza, ossia dal "Terzo livello", per raggiungere le piramidi, distanze intorno agli 850 metri, con pendenze intorno al -3.5%, tecnicamente non era affatto proibitivo, anzi...
E' opportuno ricordare che non appena sarà possibile ritornerò nel sito per verificare questa condizione, sempre che mi venga concesso e sempre che non ci pensi qualcun altro. A proposito di capacità e forza lavoro, si deve ancora ricordare che evidentemente gli Egizi Antichi, come dimostrato sia in ben note rappresentazioni (colosso trainato sulla slitta da forza lavoro umana), sia, ad esempio, dal fenomenale monolito incompiuto di Assuan (l'obelisco in discorso ha un peso stimato di 1160 tonnellate), erano tranquillamente in grado di trattare, manipolare nonché movimentare, trascinandoli e non sollevandoli, pesi di un certo rilievo senza grossi problemi. Il promontorio individuato e da me esplorato, come si è già avanzato in altri articoli e pubblicazioni (questo argomento sarà ampiamente trattato nel libro di prossima pubblicazione, inerente all'Egitto Antico) si dimostra essere il "Terzo livello" non solo di nome, ma anche di fatto dell'altipiano di el-Giza, essendo gli altri due rappresentati, come detto più sopra, il primo dal piano della Sfinge ed il secondo dal piano dove insistono le tre piramidi. E' sorprendente che questo "Terzo livello", peraltro ben definito nel "Libro per uscire alla Luce" e assolutamente imprescindibile dal contesto storico del mondo faraonico, sia sfuggito proprio a tutti...
Nell'immagine: dei choppers ed una selce tonda che per certo non è un utensile. Per la preziosità della lavorazione questo manufatto è da ritenersi certamente un oggetto di un certo pregio, pur non essendo ancora riusciti a capire con certezza di cosa si tratti. I reperti fotografati, sono stati tutti rinvenuti nell'insediamento individuato, a conferma inequivocabile della presenza di industrie microlitiche nel sito di el-Giza III e quindi di una sicura antropizzazione dell'areale da me denominato "Terzo livello".
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