Le tre Verità: ecco come vincere a L'Eredità!

Creato il 26 aprile 2015 da Dejavu

Avrei potuto venderle a suon di milioni. Avrei potuto ricattare la Rai. Avrei potuto tenere in scacco Carlo Conti senza però riuscire a farlo impallidire (impresa disperata). E invece queste perle le dono generosamente a voi, privandomi di una vecchiaia serena e di un futuro opulento!

Volete vincere un montepremi sostanzioso a L'Eredità di Carlo Conti? Non vi resta che seguire queste semplici, infallibili raccomandazioni elaborate dalla mia mente, reduce da mesi e mesi di ghigliottinamenti e scosse.

Perché vincere al gioco a premi di RaiUno non è operazione impossibile. Ecco perché. Piccolo vademecum del potenziale concorrente.

1) Mai puntare il dito contro il campione in carica.

Come molti di coloro che seguono il gioco a premi avranno notato, il programma tende a riconfermare lo stesso vincitore per più puntate successive eliminando progressivamente tutti gli sfidanti.

Agli autori viene facile: è sufficiente propinare una piramide di parole più o meno bastarde al momento della sfida, a te non ne viene in mente una e sei costretto a salutare tutti. Ecco. Onde evitare questo risultato, mai puntare il dito contro il campione in carica. A lui/lei capiterà di sicuro una piramide di difficoltà da prima elementare e voi sarete già alle spalle delle prof. col fazzoletto bianco e la lacrima pronta, a dire addio ai 15 minuti di celebrità oltre che al gruzzolo.

Perché è così importante che il campione sia "paraculato"? Per una semplice questione di fidelizzazione dello spettatore. Il suo volto diventa famigliare sin dalla prima vittoria, il gioco finale della ghigliottina sarà più interessante da guardare, gli spettatori si affezioneranno maggiormente al personaggio e si identificheranno più facilmente con esso.


2) Alla Ghigliottina scegliere sempre parole generiche e con un doppiosenso.

Un altro momento che sembra assolutamente privo di logica e nel quale il concorrente si sente totalmente inerme è quello all'inizio della famosa Ghigliottina. In molti si chiederanno: ma com'è possibile evitare di dimezzare il montepremi se scegliere la parola esatta dagli abbinamenti proposti è operazione pressoché impossibile e bisogna andare a naso?

Sbagliato! Il trucco c'è.

Delle due parole scegliete sempre e solo quella che può sposarsi meglio con altre per via del suo significato generico. Per esempio: "gelato"/"gelateria". La parola da scegliere sarà "gelato" perché può fare sia da sostantivo sia da aggettivo, mentre "gelateria" può essere solo un sostantivo e le sue possibilità di utilizzazione e di legame con altre parole saranno molto più limitate.

Altro esempio: "cuore"/"unghia". Cuore sarà molto più papabile come parola rispetto ad unghia, visto che è parola abusatissima anche nei modi di dire e nelle espressioni di uso popolare ("essere di buon cuore") mentre "unghia" inteso come organo anatomico è significato che ha meno possibilità di sposarsi con altri.


3) Concentrarsi solo su 2 parole su 5.

A questo punto, avendo più o meno evitato con il trucchetto di cui sopra la dilapidazione del capitale, non vi resta che cercare la parola finale tra le cinque che sono capitate alla Ghigliottina. Come? Tra le cinque parole concentratevi solo su due tra quelle che più di altre vi parlano e cercate di percorrere mentalmente, e con una certa fretta, inutile dirlo, tutte le possibili combinazioni che possano creare un legame comune fra esse. Tenete conto, tuttavia, che proprio per il discorso di cui al punto n. 2 è fondamentale considerare le parole sotto i più diversi punti di vista e significati. "Cuore", come dicevo, è parola che può significare parte anatomica ma anche sentimento, bontà, generosità. Analogamente "lingua" può intendersi sia come parte anatomica, sia come idioma.

Se vi si accende una lampadina, allora il gioco è fatto. La parola che avrete trovato si combinerà anche con le altre tre restanti e indovinare sarà un gioco da ragazzi. Tenete anche conto però che una parola delle cinque potrebbe, in apparenza, non c'entrare nulla con quella da voi scovata ma ci potrebbe sempre essere un modo di dire, il titolo di un film, un'espressione dialettale che non avete mai sentito in vista vostra anche a 70 anni e che, tuttavia, concerne la soluzione da voi trovata.

A quel punto potrete scolarvi tutto il Bellini o Rossini che vi garba e saltare addosso a tutte le professoresse (che quando vi ricapita?) profittando dello stato alcolico...

Le tre regolette di cui sopra saranno assolutamente inutili senza una qualità: a si deve cercare di essere simpatici, spigliati o, meglio ancora, demenziali. Solo se si buca lo schermo si viene predestinati alla finale. La battuta pronta, l'interazione con il conduttore, il piglio comico sono spesso (non sempre) l'ingrediente fondamentale perché la ciambella riesca col buco. Altrimenti è facile inciampare in una di quelle maledette piramidi della sfida e finirci dentro per sempre. Come Cheope.

Poi potrete sempre dichiararvi a Carlo Conti come ha fatto questa simpatica signora siciliana che, noncurante del marito, si è gettata senza remore tra le braccia del conduttore..


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