Le vere cause della crisi italiana ed i modi per uscirne

Creato il 20 settembre 2011 da Controcorrente


A.Mazzoleni "Equilibrio globale"

 Le analisi recenti di alcuni economisti ed intellettuali fuori dal coro sulle vere cause della crisi internazionale, il caso Islanda (che ha rifiutato di pagare il suo debito pubblico) e Grecia (spolpata dai poteri forti) , permettono di fare alcune considerazionidi fondo per tentare di colmare le lacune di una carente informazione dei media sui meccanismi del dramma attuale.Le cause della crisi -L'avidità insaziabile della  finanza dei poteri forti e degli speculatori internazionali espressione diun modello globale degenerato del neocapitalismo liberista .-L’asservimento dei Governi Europei alle loro logiche di spietate e ricatti .-La mancanza di una consapevolezza collettivadei processi a causa anche di una informazione asservita, superficiale o carente. Le conseguenze Politicheeconomicheche producono una gigantesca macelleria sociale perpetrata a danno diinteri popoli , la spoliazione dei beni (vedi caso Grecia che sta per svendere addirittura  le proprie ricchezze artistiche ecc. ) senza che ciò sia comunque servito  a salvare quei paesi, l’ulteriore arricchimento di quei poteri  a danno dei cittadini, infine i ricatti intollerabili ai governi medesimidal crollo delle borse e paureda essi stessi prodotte per spingere i governi ad ulteriori manovre lacrime e sangue contaglio dei diritti dei lavoratori welfare e innalzamenti ingiustificati dell’età pensionabile ecc. ecc .In tutto portaad una svolta drammaticaper i popoli ,abbandonare questo modello oavviarsi verso un inesorabile declinocostellato di drammi e rivoluzioni.In tale quadro si colloca la questione Italia.I mercati e la finanza stanno attaccando il nostro paese a causa delle ragioni suddette ma anche per la debolezza del fallimentare regime che ci governa ,di un debito altissimo residuo dei governi della prima repubblica .Il debito e gli alti interessi costituiscono lo strumento alibidei poteri forti per tentare di spolpare dopo la Grecia anche il nostro paese.Ci sono due vie di uscita:1-Non cedere ai suoi ricatti minacciando di non pagare più gli interessi alle banche che lo detengonoe che paradossalmente sono state salvate precedentemente dai governi dopo aver provocato la crisi (una doppia beffa, si è detto giustamente come se un ladro dopo averci derubato ci chiedesse anche gli interessi) e costringendoli a mollare la presa e recuperare il primato della politica sulla finanza.Bloccare con leggi concordate dei governi europei ogni speculazione ,minacciare di azzerare tutti i debiti.Ricordo che questi poteri sono costituiti da pochi uomini con enormi capitali che fanno salire a piacimento o scendere le borse arricchendosi ulteriormente sulla pelle dei popoli.2-Pagare il nostro debito colpendo gli evasori fiscali e i beni dei super ricchi senza impoverire le massee ridurre il diritti dei lavoratori,l’esatto opposto di quel che chiedono Casini e Marcegaglia.Ricordo che il 20% di questi soggetti hanno una ricchezza pari al triplo del nostro debito .togliendo loro la metà non li affameremmo certamente anche seovviamente l’intervento va’ dosato e calibrato , e riducendo o estinguendo completamente il nostro debito togliendo ai poteri forti ogni alibie soprattutto evitando di colpire chi non è responsabile della crisi e ridistribuendo nel contempo la ricchezza in modo equo.Queste soluzioni per altro cominciano ad essere prese in considerazione non certo da intellettuali ed economisti “comunisti “ ma anche da molti liberali ravveduti.Fare tutto questo presuppone però un governo coraggioso,onesto e capace che sappia dialogare in tal senso anche con gli altri governi europei senza subirne le vessazioni. In prospettiva occorrerà naturalmente costruire un nuovo modello economico e sociale. Non vedo alternative se non si vuole condannarsi a continue sanguinose manovre per fare poi comunque la fine della Grecia.Proprio l’esempio di quel che è accaduto lì ci deve essere di ammonimento prima che anche l’Italia finisca nel grande trappolone ordito  dagli avvoltoi internazionali.