Si tratta di tre terreni di vaste dimensioni nelle campagne di Oria (Brindisi), due locali e un immobile a Brindisi, metà del capitale della impresa edile Brundisium srl e un complesso immobiliare, costituito da quattro appartamenti e un locale commerciale a Fano, in provincia di Pesaro Urbino.
I beni confiscati, riconducibili a Patronelli, ma intestati alla moglie e a prestanome, erano già stati sottoposti a sequestro nel 2004, nell'ambito di un procedimento di prevenzione dal Tribunale di Brindisi.
Le indagini della Dia di Lecce hanno evidenziato una manifesta sproporzione tra gli esigui redditi dichiarati da Patronelli e l'ingente patrimonio a lui riconducibile.