L’ottava meraviglia non c’è stata, l’operazione aggancio all’Udinese è fallita, il terzo posto rimane distante tre lunghezze, ma nel frattempo la Lazio ne ha approfittato per insediarsi sulla quarta piazza. Peggio di così la domenica non poteva andare per l’Inter. Una giornata da dimenticare. E pensare che nell’anticipo di sabato la sconfitta dell’Udinese poteva apparire un buon presagio.
Come non detto. Ora occorrerà tirare una linea dopo la lunga striscia positiva e cercare di ripartire. La sconfitta costringe a fare qualche passo indietro. Soprattutto a Ranieri, che dovrà decidere come regolarsi per il futuro. Riproverà con Sneijder – quindi con il 4-3-1-2 – o si affiderà al suo amato 4-4-2? Contro il Lecce, il dilemma è stato sciolto optando per la prima ipotesi. Salvo il ripensamento dell’intervallo, quando l’olandese è stato sostituito con Alvarez. Una decisione non felice. Perché è vero che l’Inter dei primi 45 minuti ogni tanto sbandava, però senza Sneijder è stato un girare a vuoto. In ogni caso, non può essere lui il problema. Fuori l’unico in grado di uno spunto, il fattore imprevedibilità è svanito. E con esso, il gioco dell’Inter, naufragato nell’evanescenza di Alvarez e nel nulla assoluto che risponde al nome dell’irritante Zarate, gettato nella mischia per venti minuti imbarazzanti per lui e per chi l’ha voluto all’Inter.
Certo, la saggezza popolare avverte che quando devi prenderla in quel posto, il vento ti alza la camicia. E l’Inter di “Via del Mare” ha pagato anche una di quelle giornate in cui tutto gira male. Nonostante non si possa prendere gol (40’ Giacomazzi) in quel modo, su un traversone dalla trequarti. Benassi è stato strepitoso in almeno tre circostanze: due volte sullo 0-0 (colpo di testa di Samuel e diagonale di Pazzini), l’ultima allo scadere, quando ha letteralmente tolto da dentro la porta la zuccata dell’ex doriano. Ancora, il palo di Samuel e due gol annullati (giustamente) per questioni di centimetri, a Cambiasso e Milito. Sì, è stato proprio un match da incubo. Che conferma l’inferiorità del potenziale nerazzurro rispetto a quello attuale di Juve e Milan. Per il terzo posto nulla è compromesso. Ma bisogna ripartire subito.