I lavori di restauro del teatro Apollo restituiscono a Lecce un altro pezzo della sua storia. Negli scavi effettuati in questi mesi, infatti, le fondamenta del teatro hanno rivelato altri tesori: non solo mura di età angioina e aragonese, com'era emerso e com'è stato raccontato, ma anche strutture murarie di età ellenistica, cioè realizzate nei tre secoli di storia che separano la morte di Alessandro Magno (323 a.C.) dalla battaglia di Azio (31 a.C.) con la quale i Romani si assicurarono il predominio sull'Egitto.
Anche questo percorso di pietra fra secoli ed epoche diverse sarà visibile nell'area museo che verrà allestita all'interno del Teatro e all'interno della quale saranno sistemati due sarcofaghi ritrovati, che risalgono al III secolo a.C., contenenti due scheletri, uno dei quali appartiene a un bambino, insieme a gioielli e monete del IV secolo a.C. e ai resti di mura messapiche. Il 30 ottobre scorso il ministero per i Beni culturali, dopo aver esaminato il progetto scientifico di allestimento del museo, ha dato il suo placet, precisando che tutti i reperti archeologi destinati all'esposizione dovranno essere preliminarmente restaurati e inventariati.
In particolare - ha chiarito la Soprintendenza - devono essere sottoposte a restauro conservativo "tutte le strutture murarie in luce e precisamente quelle di età ellenistica, ubicate al di sotto del vano scala palchi; il tratto di età angioina situato nel settore settentrionale del vano portico; le strutture aragonesi insistenti sul fossato difensivo nel vano palchetto sud e nei vani 4 e 5". Mura che raccontano tutte le età di Lecce, i popoli che l'hanno abitata, aggiungendo tasselli nuovi al mosaico della sua storia.
Per le strutture murarie ritrovate, la Soprintendenza ha prescritto che "in tutte le zone oggetto di restauro, e quindi di fruizione, dovrà essere prevista la ripulitura del banco roccioso"; che "per le strutture di età ellenistica, dovranno essere preventivamente e congiuntamente valutate le modalità di intervento"; che, ancora, "la tonalità degli inerti che saranno utilizzate per la stilatura dei giunti di connessione dei conci, per le strutture di epoca angioina e aragonese, dovrà essere concordata preventivamente con la Soprintendenza" e che, infine, "dovrà essere prevista la sorveglianza archeologica per la ripulitura del banco roccioso".
Per il restauro delle mura antiche e dei reperti archeologici rinvenuti durante gli scavi, il Comune - trattandosi di lavori di importo inferiore ai 40mila euro, per i quali sarebbe stato obbligatorio indire una gara pubblica - ha contattato la ditta specializzata nel settore Mathema Ricerca e Restauro di Ugento, già accreditata dalla Soprintendenza archeologica di Taranto e che sta già seguendo interventi dello stesso tipo in altri siti archeologici..
L'impresa ha presentato un preventivo di 13.200 euro, comprendente le operazioni di "pulitura, disinfezione, stuccatura, finitura delle sommità delle murature e cupping, stuccatura profonda, documentazione fotografica e grafica con relazione finale e sorveglianza archeologica". E alla fine di dicembre, una volta protocollata l'offerta e ottenuto il via libera del ministero, Palazzo Carafa le ha affidato i lavori. Completati i quali, si sarà fatto un altro passo avanti verso la consegna del teatro alla città.