Legalità: da che parte stai?

Creato il 01 maggio 2015 da Laverita

Per vincere la corruzione o il voto di scambio non esiste un rimedio unico, ma servono una serie di azioni congiunte che riguardano la prevenzione, l'etica, la cultura e anche la necessaria repressione.
Esistono comportamenti che curiosamente non offendono, non spingono il cittadino a ribellarsi: dall'evasione fiscale, agli spazi pubblici usati come discarica, all'abusivismo, al voto di scambio, fino alla corruzione.
Se oggi, finalmente, l'esattore del pizzo mafioso è percepito come un pericoloso nemico di cui liberarsi, la reazione non è altrettanto netta verso i gestori meno onesti della cosa pubblica, dal "favore" per sanare gli abusi edilizi, al posto di lavoro ottenuto a scapito di un altro più competente.
Come se alla fine il conto non arrivasse da pagare a tutti, sotto forma di servizi che non funzionano, amministratori incapaci e tasse salate.
Finché il collega che prepara o riceve bustarelle non farà scattare la stessa avversione che esiste per il ladruncolo o lo scippatore, riprovevoli ma comunque meno dannosi dei corrotti, non si potrà sperare nel cambiamento.
I cittadini già durante la campagna elettorale dovrebbero pretendere di conoscere il curriculum di tutti i candidati, sia per valutarne le capacità e le competenze, ma anche eventuali conflitti d'interesse o trascorsi giudiziari.
Non è difficile pizzicare un disonesto in un ambiente di onesti, mentre ha vita difficile chi intenda svolgere onestamente il proprio lavoro in un contesto che pratica diffusamente la corruzione, potendo contare su omertà e scambievoli complicità.
Rompere l'indifferenza è il presupposto per aspirare a una società e un'amministrazione migliore.