Legalizzazione della marijuana in America, una settimana dopo

Creato il 09 gennaio 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Con il nuovo anno è giunta definitivamente al termine la trafila della legalizzazione della marijuana negli Stati di Colorado e Washington. Dal primo gennaio la sostanza è liberamente acquistabile anche senza prescrizione medica in centri appositi, “coffee shop d’oltreoceano”, molto spesso simili a parafarmacie più o meno riadattate che già in precedenza vendevano marijuana a chi avesse avuto la possibilità di comprarla per prescrizione medica.

Il successo della legalizzazione ha superato ogni rosea aspettativa ed ha fruito in un solo giorno allo Stato del Colorado più di un milione di dollari, che dovrebbero venire reinvestiti nell’istruzione e nella sanità, almeno stando ai bilanci preventivi.

Da tutta America sono giunti gruppi di persone, per lo più in macchina (tanto che le autostrade attorno a Denver la mattina del primo dell’anno erano praticamente le uniche segnate in rosso sulla mappa del traffico di Google), per prendere parte alla festa della legalizzazione, con il corpo e con lo spirito.

Ed anche con il portafogli: Sean Azzariti, veterano dell’esercito degli Stati Uniti, è stata la prima persona ad acquistare “legal weed” in tutti gli Stati Uniti. Spendendo poco meno di 60$ si è portato a casa 3,5 grammi di “Bubba Kush” (il Kush, di fatto, è hashish non compresso e di minore qualità, che patisce la distanza meramente geografica dell’America dai paesi che ne producono la maggiore quantità, cioè quelli del Medio Oriente e del Nord Africa) e un dolciume “corretto”.

Per acquistare la sostanza in sé o prodotti da essa derivati è necessario avere 21 anni, e ne è vietato il consumo in pubblico.

Mentre il Colorado sembra dare l’esempio, si susseguono ricerche, sondaggi ed esperimenti sociali da entrambe le parti: da parte di chi, cioè, vuole che questa strada ormai già battuta venga percorsa da altri e chi invece vorrebbe eliminarne il sentiero per paura di conseguenze negative.

Proprio oggi, a distanza di una settimana, la CNN ha rivelato i dati di un sondaggio a livello nazionale circa la pericolosità della sostanza, o meglio come essa sia percepita dal pubblico americano. I risultati sono stati molto netti: il 55% pensa addirittura che la ganjia ed i suoi derivati debbano essere legalizzati, punto e basta. Un numero che è tre volte superiore a vent’anni fa.

A fronte di questo, rimane comunque un’approvazione diffusissima per l’alcool (l’81% ne sostiene lo status legale) e per il tabacco (71% a favore del mantenimento della legalizzazione).

Tuttavia, sembra esserci un certo consensus, sia a livello scientifico, sia a livello “popolare”, com’è del resto evidenziato da questo stesso sondaggio, circa la minore pericolosità della marijuana rispetto alle altre due droghe principalmente utilizzate, cioè il tabacco e l’alcool.

Tre quarti degli intervistati sono stati concordi nel ritenere l’alcool estremamente più nocivo a livello fisico e sociale, mentre la percentuale scende al 60% quando il discorso si ripropone eguale ma con il tabacco al posto dell’alcool.

Sembra infine essere del tutto svanito quel che di fatto era un mito, e cioè che il consumo di droghe leggere, marijuana in primis, fosse il primo passo di un lungo cammino di autodistruzione che avrebbe portato il consumatore a provare sostanze sempre più nocive. Era, ed è, la cosiddetta teoria delle “gateway drugs”. In realtà, la pericolosità del fenomeno è soltanto sociale, e non medica: non esistono studi che mettano in relazione il consumo sempre più assiduo di marijuana con un cambiamento peggiorativo delle sostanze assunte.

Piuttosto, il discorso è diverso, giacchè nel mercato nero nulla importa della salute del compratore, ed è molto più facile reperire quelle che sono definite da noi “droghe pesanti” negli stessi luoghi e dalle stesse persone da cui si acquistano quelle leggere. La legalizzazione sembra dunque parzialmente risolvere anche questo problema, offrendo un ambiente controllato e sicuro nel momento stesso dell’acquisto.


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