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Legge contro l’omofobia: i cattolici italiani “tengono famiglia”.

Creato il 30 dicembre 2013 da Cagliostro @Cagliostro1743

970491_386526801456294_177193208_nA breve riprenderà in Senato il dibattito sulla legge contro l’omofobia e la stampa cattolica è in primissima linea per opporsi a qualsiasi testo che possa difendere gli omosessuali da violenze motivate dall’orientamento sessuale della vittima.
Molto agguerrito è ovviamente il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire secondo cui nel testo «ci sono rischi di introdurre forme odiose di repressione della libertà di pensiero e di religione». Nella stessa intervista Lucio Romano di Progetto per l’Italia parla di «”golpe” notturno» come se si voglia «si voglia agire di nascosto, evitando un dibattito democratico».
Dello stesso avviso anche Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari, secondo cui «il Parlamento avrebbe da occuparsi con la medesima lena di ben altre questioni veramente urgenti e che riguardano l’intera società invece di dedicarsi, giorno e notte, a temi che nella migliore delle ipotesi sono divisivi». Perciò è chiara la richiesta di Belletti: «Rivolgiamo un appello ai senatori affinché il dibattito sul tema dell’omofobia non sia trattato a porte chiuse e con il favore delle tenebre ma venga affrontato nel confronto delle diverse posizioni, senza ideologia e senza strappi».
La parola “golpe” deve essere molto cara agli oppositori di questo provvedimento e Tempi riporta l’opinione del deputato del Nuovo centrodestra Eugenia Roccella: «Si va in notturna per una legge di stabilità o per un decreto che altrimenti va in scadenza, ma per discutere una legge come quella sull’omofobia certo non c’è bisogno di un “golpe” notturno, a meno che non si voglia agire di nascosto, evitando un dibattito democratico». L’esponente politico aggiunge: «Per motivi che ci sfuggono, la discussione su questo testo di legge continua a svolgersi in ore in cui c’è meno attenzione da parte dell’opinione pubblica e della stampa, in modo frettoloso e alla chetichella. Non sarà che Pd, Sel e chi sostiene questo testo è perfettamente consapevole della mancanza di consenso nel paese?».
Molto più “apocalittico” Riccardo Cascioli sulla Nuova Bussola Quotidiana: «Non può essere un caso che sia alla Camera sia ora al Senato la discussione sul disegno di legge sull’omofobia venga imposto in tempi rapidissimi e prediligendo le sedute notturne. Non può essere un caso, perché i figli delle tenebre infatti non sopportano la luce, non solo quella del giorno ma più in generale fare le cose alla luce del sole». Insomma i sostenitori della legge contro l’omofobia sarebbero quasi dei “vampiri” che odiano la luce del sole per Riccardo Cascioli che aggiunge: «Intanto, quel che possiamo fare è accendere la luce: illuminare quell’oscurità in cui operano i nemici dell’uomo e della famiglia, far vedere cosa stanno facendo e fare clamore perché il maggior numero possibile di persone ne venga a conoscenza e si mobiliti per riaffermare l’unicità della famiglia naturale, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna».
striscione-forza-nuova-omofobo-620x350Non si capisce in che modo il dibattito sulla legge contro l’omofobia possa essere meno democratica: forse i parlamentari che non condividono il testo in esame non potranno chiedere di parlare nell’aula del Senato, non potranno presentare emendamenti o votare in opposizione?
Una eventuale “votazione notturna” dovrebbe sollevare anche chi pensa che altri provvedimenti siano più urgenti: infatti altre questioni più urgenti potranno essere affrontate in orari diurni che sono certamente più comodi ed ortodossi.
Forse a questi parlamentari sfugge che – a prescindere dagli orari – l’opinione pubblica che vorrà essere informata sull’iter di questo provvedimento potrà facilmente farlo tramite internet: forse credono che i cittadini si informino sulla vita politica stanziando al di fuori dei palazzi istituzionali.

Resta un “mistero della fede” sapere cosa c’entri, così come scrive Cascioli, la «famiglia naturale, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna» con una legge di contrasto agli atti di violenza legati all’orientamento sessuale della vittima.
Sempre sulla Nuova Bussola Quotidiana è simile il parere di Mauro Lanzani che, dopo aver tirato in ballo Platone, scrive: «Il padre di famiglia che nell’ambiente familiare, amicale, associativo, suffraga la visione tradizionale della coppia uomo/donna e condanna l’orientamento, da lui ritenuto patologico, delle comunità/famiglie omo/transessuali, propaganda la superiorità di un orientamento sessuale e per ciò stesso discrimina ed istiga a discriminare omo e transessuali».
Il tema della “famiglia” è molto usato nel mondo cattolico e l’ex parlamentare Alfredo Mantovano invita anche a ad organizzare un altro “Family Day” per opporsi ad una legge contro l’omofobia.
Il tema della “famiglia” è usato anche da sedici associazioni cattoliche torinesi per il manifesto (ne da notizia anche l’agenzia Zenit dei Legionari di Cristo) «Sì alla famiglia» che si oppone alla legge contro l’omofobia ed alle unioni civili o al matrimonio per le coppie dello stesso sesso: un’iniziativa criticata da Elisabetta Frezza e Patrizia Fermani su Corrispondenza Romana che la definiscono come «equivoca».

manifesti-omofobi-di-Forza-Nuova-a-Roma
Comunque non sono mancati – da Nord a Sud – gli incontri che avevano come tema comune la “difesa della famiglia”.
A Roma – tra le tante sigle – era presente, come riporta Corrispondenza Romana,  anche Associazione Famiglia Domani e l’avvocato Claudio Vitelli della stessa si è opposto ad un disegno di legge contro l’omofobia perché così facendo lo Stato «riconoscerebbe come legittima tale scelta sessuale (omosessualità, ndr)». Non risulta che sia compito di uno Stato democratico quale è l’Italia quello di riconoscere la legittimità delle scelte o degli orientamenti sessuali: questo è il compito di quelle dittature come il fascismo di cui non si avverte la mancanza.
Nello stesso articolo di Corrispondenza Romana Federico Catani riporta il pensiero del presidente dei Giuristi per la Vita avvocato Gianfranco Amato secondo cui «oggi chi si oppone all’ideologia omosessualista è considerato alla stregua dei negazionisti della Shoah o a chi, razzista, sosteneva l’apartheid».
Da Roma si scende a Salerno con il convegno “Legge sull’omofobia e ideologia del gender: quali ricadute su famiglia e società?” per arrivare sino a Crotone al raduno “Difendiamo la famiglia naturale!” con la presenza di Giancarlo Cerrelli dell’Ugci (Unione giuristi cattolici italiani). Il giurista cattolico Cerrelli ha espresso critiche alla legge contro l’omofobia ma anche contro i mezzi di comunicazione che «tendono a fare il lavaggio del cervello, e insegnano che è normale chiudere un matrimonio se non c’è più amore, che sono accettabili i rapporti omosessuali».
Nonostante la famiglia sia spesso tirata in ballo nel dibattito in corso, il giurista Alberto Gambino, docente di diritto privato nella cattolica Università Europea di Roma (fondata dalla congregazione religiosa dei Legionari di Cristo) ha un’idea totalmente diversa e, in un’intervista sul Sussidiario.net, afferma che «si sono individuati alcuni ambiti come appunto la famiglia, le parrocchie, le scuole in cui il reato di omofobia non può essere ritenuto tale» e perciò «la famiglia non può quindi essere tacciata di omofobia».
Nonostante il pensiero molto chiaro del professor Gambino, al mondo cattolico basta tirare in ballo “la famiglia” affinché ogni loro argomentazione diventi “valida”. Aveva ben ragione il grande aforista Leo Longanesi: «La nostra bandiera nazionale dovrebbe recare una grande scritta: “Ho famiglia”». Una famiglia un po’ omofoba in questo caso.

 

Legge contro l’omofobia: i cattolici italiani “tengono famiglia”.


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