Leggende Friulane L'Orcul e sua moglie

Creato il 16 maggio 2012 da Emanuelesecco

Ed eccoci qui per il secondo appuntamento riguardante la figura leggendaria dell'Orcul (link alla prima parte).
È bello vedere come, nella maggior parte dei dettagli riguardanti questa e altre leggende, si possa risalire a un'origine in comune per quanto riguarda le culture sviluppate dai popoli europei. I mostri, le creature delle tenebre, le paure recondite del popolo sono sempre quelle, anche spostandosi a migliaia di chilometri di distanza dal proprio luogo di nascita. Molti, erroneamente, pensano che la comunanza di queste tradizioni sia dovuta all'importazione o meno, in epoca moderno-contemporanea, di usi e costumi stranieri (soprattutto grazie al cinema e alla televisione). Balle, queste superstizioni sono fissate nel nostro dna; forse cambierà qualche dettaglio, ma la base è sempre la stessa.
Ok, scrivendo di certe cose mi viene voglia di scrivere post su post sull'argomento, meglio fermarsi e concentrarsi su ciò che si sta facendo, rimandando al futuro un eventuale lavoro più ampio e approfondito.
Torniamo a noi. Con l'estratto di oggi conosceremo la moglie dell'Orcul, la Orcule (o Storcule). Ma bando alle ciance, e buona lettura:
« La gente della Bassa racconta che una volta due mostri, l'Orcul e sua moglie, l'Orcule (Storcule, Orcae), compirono le loro malefatte nella zona. Erano giganti; l'Orcul aveva il collo lungo e certe mascelle che lo facevano sembrare un mostro marino. Spesso metteva i piedi su due campanili e stava in agguato per provocare danni e fare brutti scherzi alla gente ignara. Prediligeva divorare i bambini, mentre sua moglie si divertiva a disturbare con brutti scherzi i lavori domestici delle donne. Per la loro corporatura goffa, i due non si fermavano che in pianura e, per compiere le loro malefatte, sceglievano giorni particolari. Quando, per la dura condanna inferta loro durante il Concilio di Trento, essi improvvisamente caddero morti a terra, i contadini del Friuli, radunatisi in fretta, scavarono una fossa profonda e li spinsero dentro. Poi gettarono sopra della terra: è da lì che ebbe origine la collina di Corona.Talvolta, però, durante i temporali o i terremoti, i due si svegliano per compiere nuove malefatte. »

E.

1. Anton von Mailly, Leggende del Friuli e delle Alpi Giulie, Editrice Goriziana, Gorizia, 1986, p. 88

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