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Leggendo Blocco 52 nella terra di Fortunato Seminara.

Creato il 29 gennaio 2013 da Cirano2
“Blocco 52” è un libro nato dalle ricerche di cinque autori calabresi : Fabio Cuzzola, Valerio De Nardo, Nicola Fiorita, Maura Ranieri e Danilo Colabraro, unitisi per fare un salto nel passato e cogliere i diversi aspetti di una storia misteriosa, narrati da diversi punti di vista. L’argomento centrale è l’omicidio di Luigi Silipo, sindacalista ed esponente di rilievo del PCI, avvenuta il primo Aprile del 1965. Sono gli stessi autori ad immedesimarsi nelle persone che lo circondavano e che l’avevano conosciuto, creando nuovi personaggi, per raccontare la personalità e la vita di Silipo. Prende vita così un ricco sistema di personaggi: Nina, tornata dopo anni di militanza oltre cortina a Praga, Maria Grazia, maestra socialista dal carattere forte e dirompente; Gavino Piras, giovane funzionario inviato a Catanzaro dalla lontana Sardegna, Caterina, che non ha il coraggio di sottrarsi alla tradizione e al volere della società, Assunta, prostituta innamorata. Sono loro a dare vita agli intrecci e alle storie narrate in questo libro. Tutti gli studi effettuati, i documenti trovati e le testimonianze raccolte da “Lou Palanca”, rendono giustizia alla figura dimenticata di Silipo, che sognava una Calabria migliore e lottava per coloro che non ‘possedevano una voce’. Perfino le minacce di morte non riuscivano a fermare il fervore del suo animo nell’occuparsi degli interessi del popolo. Credo che “Blocco 52” sia un concentrato di passioni e lotte, ideali contrastanti e sentimenti veri. E’ un libro da consigliare e , perché no, da rileggere nel tempo. Mi ha fatto immaginare un’epoca che per motivi anagrafici non ho avuto la possibilità di vivere, mi ha riportato ai pensieri di giovani intellettuali immersi nella politica non solo locale, ma anche nazionale. Mi ha ricordato che è bene non arrendersi perché “le battaglie perse sono le uniche che vanno combattute” , e che dobbiamo lottare per ciò in cui crediamo e speriamo. Penso che la storia sia ricca di persone coraggiose, ma penso anche che ad alcune sia stato assegnato il giusto ruolo, mentre altre,per un motivo spesso sconosciuto sono state riposte ingiustamente nel dimenticatoio. Ritengo che il libro sia nato per incuriosire noi giovani, per farci venir voglia di conoscere questo grande uomo, la sua vita, ma anche la sua triste fine, dimenticata da tutti. Infatti, è proprio nel Blocco 52 della parte vecchia del cimitero, che si trova la sua tomba; la lapide scura, sulla quale i caratteri e le cifre non risaltano, sembra non voler dare importanza al defunto. L’intera narrazione è stata appassionante e travolgente, il linguaggio chiaro con l’aggiunta di termini dialettali, ricca di dialoghi e di pensieri profondi dei personaggi, che evidenziano quella che era la società calabrese negli anni ’60. La parte che mi ha colpita di più è stata senza dubbio quella dell’omicidio. Le descrizioni dettagliate, le emozioni di un attimo, le ultime immagini passate in mente a Luigi Silipo, mi hanno emozionata, proprio come se fossi lì ad assistere all’omicidio, come se lo conoscessi da una vita. E’ stata anche l’immediatezza delle azioni a catapultarmi in un misto di sensazioni, prima su tutte la tristezza per un assassinio così vile e ben organizzato: proprio in stile mafioso. La nostra Terra racconta ancora oggi di queste storie, anche allora come adesso prevaleva la corruzione, la violenza, gli omicidi, l’omertà. Mi ha rattristato pensare che i suoi ideali oggi sembrano andati perduti, è stato solo un sogno, o magari un’ utopia l’aver pensato e lottato per difendere i fondi agricoli dall’inarrestabile cementificazione della città di Catanzaro??! Leggendo Blocco 52 nella terra di Fortunato Seminara. Claudia Bulzomì anni 15 Maropati (Rc)

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Da Francesco Spinelli
Inviato il 25 marzo a 12:37

I° aprile 1965 - I° aprile 2014 - 49° anniversario della barbara uccisione di Luigi Silipo !

  Gentile Presidente,

Non so se Luigi Silipo è compreso nel lunghissimo elenco delle vittime della Mafia, in ogni caso, era segretario regionale dell'alleanza contadini, e, quindi lottavava per essi e per quella che era, allora, una parola semplice e chiara: La terra a chi lavora, come Placido Rizzotto.:

Luigi Silipo, insieme con Fausto Gullo - rimasto fino alla fine il Ministro comunista dei contadini – - hanno rappresentato, senz'altro,la Calabria migliore, una Calabria povera e bella, una Calabria contadina, la Calabria di Melissa, che tutti, chi più chi meno, abbiamo voluto ripudiare, rimuovere.

  Eppure quante fortune, anche politiche, hanno avuto ed hanno le loro radici nella terra:

"Il problema è maturo. Diciamolo chiaro. Tutto ci autorizza, perfino un voto del parlamento, a marciare non più solo sulle terre incolte come a Melissa, ma sugli oliveti, i vigneti, le colture da trasformare. Noi non lasceremo morire l'agrumeto siciliano, gli oliveti di Puglia e di Calabria su cui vivono intere popolazioni. E' con questo spirito che stiamo organizzando le iniziative politiche verso gli enti di sviluppo". Che fine hanno fatto questi proclami? L'assassinio di Luigi Silipo ha spianato la strada ad una svolta politica tesa all’abbandono di questa linea. I problemi della terra però, a distanza di tanti anni, ritornano prepotentemente alla ribalta. Giancarlo Caselli da poco in pensione, si occuperà di Agro Mafie per la Coldiretti: un segno dei tempi. Nutrire il pianeta è lo slogan dell’Expo 2015. Nutrire il Paese è l'obiettivo che ci dovremmo porre. Eppure l'agricoltura continua ad essere posta in secondo piano, trascurata, ritenuta quasi archeologia.
Mi sono imbattuto per puro in questa vicenda, cercando le novità di Alfredo Reichlin. Luigi Silipo viene ucciso al rientro da una cena con lui, ecco l’incipit del libro: “La cena con Reichlin è stata gradevole. Lui è un punto di riferimento per tutti noi, uno stimolo ad essere migliori. A soli 32 anni gli hanno affidato la direzione dell’Unità che ha tenuto fino a quando non è passata ad Alicata, di cui ricordo bene l’ortodossia con cui guidò il Partito qui in Calabria mentre stavamo insieme nel comitato centrale. Andare a dirigere il Partito in Puglia non si può certo ritenere una punizione, ma è chiaro che Alfredo ha pagato il suo avvicinamento ad Ingrao. Dopo un bicchiere di vino in più è pure disposto ad ammetterlo, senza reticenze”.

 E mi sta appassionando molto anche perché mio fratello è sepolto dal 2008 nello stesso Cimitero di Catanzaro e, da ho letto Blocco %”,  ogni volta che vado a trovare mio fratello passo anche Luigi Silipo: la prima volta è stato un po’ difficoltoso trovarlo.
L’anno prossimo è il cinquantesimo: senz’altro la rivisitazione e rivalutazione della storia di quegli anni potrà essere adeguatamente affrontata.

Qualche cosa si dovrebbe e si potrebbe fare già quest'anno, magari soltanto un sit-in , una visita collettiva organizzata al Cimitero.

Un appuntamento di auto convocati. Magari a mezzogiorno !