E’ quindi un libro di denuncia, molto forte ma è anche un giallo che lascia intravedere una possibilità di riscossa attraverso un percorso paradossale e surreale.
Arriva una nuova proposta di lavoro, adatto alle sue esperienze professionali e Alain ci crede, vuole crederci e si infila, sottovalutandole, in una serie di situazioni poco chiare. Il desiderio di riscatto è fortissimo e passa sopra a tutto, ai sentimenti, perfino a quello forte per la moglie.
Il test da superare per essere assunto consiste nel partecipare ad un finto sequestro di persona, organizzato per mettere alla prova i quadri di una grande azienda. La disperazione e la voglia di ritornare una persona socialmente accettabile lo porteranno a tentare di tutto, perfino di riprendersi il “lavoro a mano armata”.
Si legge piacevolmente essendo strutturato come un noir ma è soprattutto un atto d’accusa alla società contemporanea e ai suoi meccanismi di esclusione.
Ispirato da un fatto di cronaca, è un pugno nello stomaco, senza giudizi morali, una rappresentazione cruda di una realtà disperante.
Arnaldo Melloni
(Pierre Lamaitre, Lavoro a mano armata, Fazi, pag. 447, 2013)