Nel senso che quando non lo fai - per mancanza di voglia, di tempo, di materia prima o banalmente perché sei preso da altro - tendi a dimenticare quanto farlo sia - come dire? - potente.
E vale anche per quando lo fai male, in fretta, controvoglia in quella mezz'ora rubata al sonno la sera... anche così ti scordi e rimuovi quanto sia forte quell'emozione e come si autoalimenti della sua stessa fiamma quando e se ti ci dedichi con calma, passione e magari anche con una certa frequenza.
È poi, d'improvviso, quando ti ricapita di sfilare una mutandina di sfilare un libro dallo scaffale di una biblioteca e di tuffarcisi dentro con tutto te stesso, che ti chiedi se sei pazzo, o se sia un meccanismo di inconscia e ragionevole follia a preservare la sanità della tua mente, passando una patina opaca sui tuoi ricordi di vacche grasse in amore e lettura quando sei al pascolo con le vacche magre.
E sì, son tornato dalla biblioteca, ieri sera, con il seguente bottino:
La settimana bianca - Emmanuel Carrère
L'ho preso perché consigliato da sa'a
Vite che non sono la mia - Emmanuel Carrère
Idem
L'opera struggente di un formidabile genio - Dave Eggers
Intanto per il titolo, che meraviglia, e poi in preparazione a Il cerchio che voglio leggere subito dopo.
Il piccolo amico - Donna Tartt
In preparazione a Il cardellino che è virtualmente già sul mio comodino.