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Leggere il futuro attraverso il passato:”La strada di Levi” (DVD) + “Da una tregua all’altra” (libro)

Creato il 12 dicembre 2010 da Retroguardia

Leggere il futuro attraverso il passato:”La strada di Levi” (DVD) + “Da una tregua all’altra” (libro)La strada di levi (DVD) + Da una tregua all’altra (libro), Chiarelettere, Milano, 2010, €24,00

FILM: La strada di Levi, regia di Davide Ferrario e Marco Belpoliti

LIBRO: Marco Belpoliti – Andrea Cortellessa, Da una tregua all’altra, Chiarelettere, Milano, 2010, pp.258

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di Francesco Sasso


Primo Levi (1919-1987) scrisse La tregua nel 1963. In questo romanzo, l’autore racconta la libertà recuperata dopo Auschwitz e l’avventuroso rientro in Italia attraverso un’Europa devastata dalla guerra, in un racconto dove l’euforia per la liberazione s’intreccia con la memoria dello sterminio e i lutti provocati dal conflitto. Nelle pagine di Levi, un gruppo di ex-prigionieri attraversano la Bielorussia, l’Ucraina, la Romania, l’Ungheria, l’Austria e la Germania. Ed è lo stesso percorso che il regista Davide Ferrario e lo scrittore Marco Belpoliti intraprendono oggi, sulle tracce di Levi in un’Europa trasformata dopo il crollo del muro di Berlino e la fine del Comunismo.

L’obiettivo di Davide Ferrario e Marco Belpoliti è quello di andare a vedere cosa c’è oggi nei territori dell’ex Unione Sovietica, cioè, come dice Davide Ferrario ad Andrea Cortellessa, «l’intenzione del film è leggere il futuro attraverso le domande lasciate senza risposta dal passato» (p.196).

 

Il lavoro cinematografico, dalla prima concezione alle riprese effettuate a tappe, passando poi per i sopralluoghi, è svolto in quattro anni, ma le riprese sono del 2005. Il frutto è un bel documentario che inizia con una metafora straniante, cioè New York e Ground Zero, poi il film si sposta in Polonia dove gli autori intervistano il regista polacco Waida in una fabbrica comunista ormai chiusa, inscenando una sorta di orazione funebre al comunismo.

 

Seconda tappa: l’Ucraina. Il documentario racconta il funerale di un noto cantautore locale, ucciso da ucraini di etnia russa nel 2000. E’ l’Europa delle piccole patrie (definizione di un neonazista tedesco intervistato a fine film).

 

Terza tappa: la Bielorussa. E’ il racconto dell’incontro casuale con il commissario ideologico della polizia segreta di Lukasenko. La troupe è bloccata per alcune ore. Gli autori vengono poi rilasciati, ma con l’obbligo di riprendere solo ciò che il commissario ideologico riterrà opportuno: è il paradosso di un mondo fermo agli anni della Guerra Fredda.

 

Quarta tappa: ancora Ucraina, destinazione Černobyl’. Il documentario narra la storia di un padre che ha perso un figlio senza che questo figlio sia morto. Dopo l’esplosione della centrale nucleare, il bambino era contaminato cinque volte un adulto. Per potergli assicurare un futuro migliore (e migliori cure), i genitori sono costretti ad affidare il bimbo ad una coppia italiana che vive in provincia di Milano. Allo stesso tempo, il documentario riprende Černobyl’ abbandonata, ma non distrutta; congelata nell’attimo dell’esplosione. Una città silenziosa, dove la natura ha ripreso possesso dello spazio. Ogni tanto, però, il silenzio di questa città fantasma è rotto da comitive di turisti dell’orrore.

 

Quinta tappa: Moldavia, il paese più povero d’Europa, tanto che il 40-50 per cento della popolazione emigra. Il film mostra la condizione pre-moderna della società moldava.

 

Sesta tappa: Romania, nazione in crescita economica, in cui trovi imprenditori del nord Italia in compagnia di giovani rumene, oppure fabbriche italiane ultramoderne, ancorché non sindacalizzati.

 

Settima tappa: Ungheria, Budapest. Gli autori visitano il museo-cimitero delle statue comuniste riunite ad uso e consumo dei turisti europei e americani.

 

Ottava tappa: Germania, cioè Monaco. La troupe si imbatte nella manifestazione di alcuni giovani membri del partito neonazista, la Ndp. Gli autori, con uno stratagemma, riescono ad intervistare il leader neonazista.

 

Ultima tappa: Italia, Torino. Mario Rigoni Stern legge una poesia inedita che Levi gli inviò prima del suicidio.

 

Notevole anche il libro Da una tregua all’altra a cura di Marco Belpoliti e Andrea Cortellessa. Esso è una raccolta di saggi e interviste. Infatti, possiamo leggere Due deposizioni giurate di Primo Levi a cura di Marco Belpoliti; cinque bei saggi di Marco Belpoliti dedicati ad alcuni aspetti del romanzo La tregua; un lungo e interessante saggio di Lucia Sgueglia dal titolo A est di cosa? Per una geografia della Tregua; un’intervista a Primo Levi dal titolo Ritorno ad Auschwitz, trascrizione a cura di Marco Belpoliti; un saggio di Andrea Cortellessa dal titolo Il film della memoria. Primo Levi «nell’occhio della storia»; due testi di Mario Rigoni Stern su Levi, il saggio sull’opera poetica di Levi di Massimo Raffaeli: Trait d’union; un articolo di Davide Ferrario dal titolo In ricordo del vecchio sergente; un saggio di Cortellessa sul documentario: Da La tregua a La strada di Levi; e per concludere una lunga intervista a Marco Belpoliti e Davide Ferrario sul loro documentario, sempre a cura di Andrea Cortellessa.

 

f.s.

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