Leggi Universali: speciale estratti per la giornata della memoria

Da Valentinabellettini
Carissimi astronauti,
per oggi erano previste segnalazioni e recensioni, ma alla fine ho preferito spostare tutto.
Questa giornata è legata a un importante fatto storico: il 27 gennaio 1945 le Forze Alleate liberarono Auschwitz, il più grande campo di sterminio voluto dai nazisti.
Dal 2000 in Italia si celebra "la giornata della memoria" per non dimenticare quell'orrore, e nel ricordarlo, c'è la speranza che eventi simili non accadano mai più.
L'anno scorso ho guardato alcuni film sull'Olocausto: lo straziante "Il bambino col pigiama a righe" e l'impressionante "In Darkness"; quest'anno, visto che il blog è diventato così attivo, ho deciso di dare il mio piccolo contributo rispolverando la rubrica delle citazioni letterarie: non c'è cosa migliore che ricordare quelle vicende con le parole di chi le ha vissute, oltretutto, penso che queste frasi siano più che mai pertinenti col titolo della rubrica: "Leggi Universali".

Rubrica dedicata agli estratti
Letture significative che vanno oltre la letteratura d'evasione


Quando penso allo Shoah non posso fare a meno di associare l'immagine, la storia e le parole di Anne Frank; il suo diario è uno dei primi libri che ho letto, nonché uno dei miei preferiti.

Ecco la difficoltà di questi tempi: gli ideali, i sogni, le splendide speranze non sono ancora sorti in noi che già sono colpiti e completamente distrutti dalla crudele realtà. È un gran miracolo che io non abbia lasciato perdere tutti i miei ideali perché sembrano assurdi e impossibili da realizzare. Eppure me li tengo stretti perché, malgrado tutto, credo ancora che la gente sia veramente buona di cuore. Semplicemente non posso fondare le mie speranze sulla confusione, sulla miseria e sulla morte. Vedo il mondo che si trasforma gradualmente in una terra inospitale; sento avvicinarsi il tuono che distruggerà anche noi; posso percepire le sofferenze di milioni di persone; ma, se guardo il cielo lassù, penso che tutto tornerà al suo posto, che anche questa crudeltà avrà fine e che ritorneranno la pace e la tranquillità.

La ricchezza, la bellezza, tutto si può perdere, ma la gioia che hai nel cuore può essere soltanto offuscata: per tutta la vita tornerà a renderti felice. Prova, una volta che ti senti solo e infelice o di cattivo umore, a guardare fuori  quando il tempo è cosí bello. Non le case e i tetti, ma il cielo.  Finché potrai guardare il cielo senza timori, saprai di essere puro dentro e che tornerai a essere felice.
Coloro che hanno una religione possono ritenersi felici, perché non a tutti è dato credere a cose sopraterrene. Non è neppure necessario credere alla punizione dopo la morte; il purgatorio, l’inferno e il paradiso sono cose che molti possono non ammettere; però una religione, non importa quale essa sia, mette l’uomo sulla buona strada. Non si tratta di temere Iddio, ma di tener alto il proprio onore e la propria coscienza. Quanto sarebbero buoni gli uomini, se ogni sera prima di  addormentarsi rievocassero gli avvenimenti della giornata e riflettessero a ciò che  v’è stato di buono e di cattivo nella loro condotta! Involontariamente cercheresti  allora ogni giorno di correggerti, ed è probabile che dopo qualche tempo avresti  ottenuto un risultato.

Anche le donne dovrebbero essere rispettate! In generale, gli uomini sono molto stimati in ogni parte del mondo, quindi perché non dovrebbero esserlo anche le donne? Soldati ed eroi di guerra sono onorati e commemorati, agli esploratori è garantita fama imperitura, i martiri sono riveriti, ma quanti  considerano anche le donne come combattenti? Le donne, che  lottano e soffrono per assicurare la sopravvivenza della razza umana, sono soldati  molto più forti e coraggiosi di tutti quegli eroi che lottano per la libertà messi  insieme!

Cambiamo registro con un altro classico: "Se questo è un uomo" di Primo LeviRispetto alla speranza e all'amore della tredicenne Anne, qui c'è rabbia, rancore e disillusione. Sono due voci che narrano due approcci completamente diversi, questo perché Primo ha vissuto nel lager (quello di Auschwitz), mentre Anne (per chi non lo sapesse) scriveva in una casa, un rifugio dove lei e la sua famiglia si nascondono. Penso sia utile leggere questi toni più forti; Primo Levi smuove anche le coscienze più dure.

A poco a poco prevale il silenzio, e allora, dalla mia cuccetta che è al terzo piano, si vede e si sente che il vecchio Kuhn prega, ad alta voce, col berretto in testa e dondolando il busto con violenza. Kuhn ringrazia Dio perché non è stato scelto. Kuhn è un insensato. Non vede, nella cuccetta accanto, Beppo il greco che ha vent’anni, e dopodomani andrà in gas, e lo sa, e se ne sta sdraiato e guarda fisso la lampadina senza dire niente e senza pensare più a niente? Non sa Kuhn che la  prossima volta sarà la sua volta? Non capisce Kuhn che è accaduto oggi un abominio che nessuna preghiera propiziatoria, nessun perdono, nessuna espiazione dei colpevoli, nulla insomma che sia in potere dell’uomo di fare, potrà risanare mai più? Se io fossi Dio, sputerei a terra la preghiera di Kuhn.

Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati al fondo. Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c'è, e non è pensabile. Nulla più è nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se  parleremo, non ci ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero. Ci  toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga.
Per concludere, la celebre poesia che apre il libro.
Voi che siete sicuri Nelle vostre tiepide case, Voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici; Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna, Senza capelli e senza nome Senza più forza di ricordare Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d’inverno. Meditate se questo è stato: Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via, Coricandovi alzandovi; Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, La malattia vi impedisca, I vostri nati torcano il viso da voi.
Credo di non aver fatto abbastanza, ma al tempo stesso non mi vengono in mente altre parole. Forse perché queste citazioni mi hanno tolto il fiato. Vi lascio con quest'ultima, toccante e bellissima frase di Primo Levi: "Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario." 
Non dimentichiamo...