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Leggo ne "La tecnica della scuola" un articolo dal titolo...

Creato il 05 settembre 2012 da Pedagogika2
Leggo ne "La tecnica della scuola" un articolo dal titolo:  Il decalogo: mancini liberi e uscita da scuola senza caos e, già mi chiedo cosa significhi "mancini liberi". Continuo a leggere e approfondisco al punto 2) Libertà per i mancini. Le insegnanti della scuola materna dovranno cercare di individuare i piccoli che usano la sinistra e assecondarli: i bambini dai due ai sei anni sono nella fase definita 'preoperatoria', cioè copiano le operazioni degli adulti. In questo caso potrebbe avvenire che un bambino usasse la destra, copiando gli adulti, anche se il suo cervello prevede l'uso della mano sinistra. E questo non sarebbe utile al piccolo. Sinceramente pensavo fosse cosa ovvia e giusta oltrechè già riconosciuta, da tecnico dei processi educativi credevo che lo stereotipo del mancinismo da corregere fosse oramai passato già da fine ottocento, ma è chiaro che ogni volta mi devo ricredere su queste cose perchè gli stereotipi sono più forti delle conoscenze sia scientifiche che psicologiche.Inoltre la fase preoperatoria non significa letteralmnete che i bambini copiano le operazioni degli adulti, anche se è vero che essi imitano le cose che hanno visto fare "da chiunque" il giorno prima mentre nella fase senso motoria imitava solo quello che aveva visto poco prima per limiti nella conservazione della memoria. Ma, per farla breve, pre operatotio significa che il pensiero del bambino è ancora fortemente egocentrico, il suo ragionamento in questa fase non è né deduttivo, né induttivo, ma transduttivo o analogico, dal particolare al generale. Ad esempio se un insetto gli fa paura perché l'ha molestato, è facile che molti altri insetti che non l'hanno molestato gli facciano paura. Ciò si traduce in una modalità di comunicazione piena di "libere associazioni", senza alcuna connessione logica, in cui il ragionamento si sposta da un'idea all'altra rendendo pressoché impossibile una ricostruzione attendibile di eventi.Vado avanti col decalogo:  1) Prove di evacuazione. "L'uscita delle classi al termine della lezione deve essere organizzata come fosse una prova di evacuazione, in modo che gli alunni non solo impareranno a gestire un'eventuale emergenza, ma apprenderanno anche l'autocontrollo e lo svolgimento ordinato di certe azioni".
 3) Orari e compiti a casa. "Gli insegnanti devono tener presente i ritmi cronopsicobiologici degli alunni: fino alle 10 sono ancora nella fase del risveglio e non vanno mai fatti né compiti in classe, né spiegazioni complesse. Gli alunni capiranno bene la spiegazione dalle 11 all'una. Inoltre dalle 15 alle 17 prevale la memoria a lungo termine, poi la capacità di apprendimento decresce, perciò i compiti a casa non devono richiedere mai un impegno superiore alle due ore", dice il pediatra.
4) Spuntino a metà mattinata. Serve un congruo tempo a disposizione per l'intervallo: "Consiglio 20 minuti", suggerisce il pediatra. "Ricordo anche che è opportuno che i bambini portino la merenda da casa, per una continuità e un legame con la famiglia. Lo spuntino di metà mattinata precede la fase di massimo apprendimento (dalle 11 alle 13), perciò è importante che gli alunni abbiano introdotto i principi nutritivi necessari per il funzionamento del cervello. Ricordo inoltre di lasciare liberi gli alunni di bere a volontà acqua anche durante le lezioni, per prevenire la disidratazione".
5) Radici. Bambini e adolescenti hanno bisogno, per un corretto sviluppo psicoaffettivo, sia di radici sia di ali. E' importante che la scuola fornisca entrambi. Se le ali rappresentano la formazione, le radici dovranno essere ricercate sia nella storia del territorio, sia nella storia della scuola. Per questo è importante che i docenti inseriscano nel programma di insegnamento lo studio della realtà locale e nazionale.
6) Musica. E' importante insegnare la storia della musica estendendo anche l'insegnamento alla musica leggera italiana "che fa parte della storia e delle radici collettive. Consiglio di insegnare agli alunni a cantare l'intero testo delle più famose canzoni italiane".
7) Scuola di cucina. "Consiglio di insegnare agli alunni le ricette tradizionali della regione, che sono un'ottima fonte di radici. Ricerche ed esperienze realizzate a Parma dimostrano come la scuola di cucina sia un modo per combattere l'obesità, infatti il cibo diventa qualcosa di vissuto, elaborato, condiviso e non più l'oggetto su cui scaricare la voracità", prosegue il pediatra.
8) Sì alla doccia dopo la lezione di educazione fisica. Le scuole si dovrebbero organizzare in modo da permettere agli alunni dopo la lezione di fare la doccia. E' sbagliato, infatti, che dopo una lezione di attività motoria l'alunno ritorni direttamente in classe.
9) Sviluppo della persona. L'obiettivo della scuola non è quello di trasmettere una serie di nozioni, ma di permettere lo sviluppo della persona fino ad arrivare all'autonomia del soggetto adulto. In questo obiettivo la figura dell'insegnante assume quella di un adulto significativo che deve essere un 'adulto autorevole'. Il docente deve trasmettere a ogni alunno, oltre le nozioni di disciplina, immagine, affetto e autorevolezza. L'eventuale imposizione di limiti, in quest'ottica, aiuta l'alunno a crescere e non si tratta di mere imposizioni.
10) Sessualità. "Spesso le lezioni di educazione sessuale trattano principalmente argomenti di 'genitalismo', importanti, ma che dovrebbero essere affiancati anche alla trattazione della psicologia sia maschile sia femminile: quando compaiono le pulsioni sessuali, c'è da parte degli alunni la ricerca di conoscere la psicologia dell'altro sesso per poter instaurare una corretta relazione e comprenderne i vari comportamenti".

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