In occasione della giornata internazionale per le vittime della tortura, Amnesty International chiede formalmente al Governo Italiano di introdurre nel codice penale il reato di tortura.
In Italia non esiste nulla a riguardo, e onestamente non sono in grado di dire con certezza il perchè: le leggi italiane sono solitamente esaustive e garantiscono i propri cittadini, semmai quello che soffriamo è una lacunosa certezza del diritto e una mancanza in termini di applicazione delle leggi stesse.
E' abbastanza chiaro che in mancanza di un reato specifico di tortura e di pene imputabili proporzionali alla brutalità del reato stesso, gli aguzzini di turno, maniaci, terroristi, criminali o tutori della legge con tendenze naziste possono continuare a giocare con la pelle altrui.
L'Italia ha assunto degli obblighi presso l'ONU ratificando la Convenzione contro la Tortura nel 1988. Mancando nell'applicazione di questa il nostro Paese non viene meno solo ad un formale impegno con gli organismi internazionali, ma si porta di fatto nelle retrovie della civiltà, laddove alberga il sadismo degli aguzzini e assenza delle regole.
In questi giorni la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione di quattro poliziotti colpevoli della morte di Federico Aldovrandi
http://it.wikipedia.org/wiki/Omicidio_di_Federico_Aldrovandi
Due manganelli rotti, morte sopraggiunta "per asfissia da posizione" segni di trascinamento sull'asfalto: sono segni che c'è stato qualcosa in più del fermo di un giovane in stato di ubriachezza molesta e drogato, ma non siamo noi a dover giudicare quel che un Tribunale della Repubblica ha già sentenziato.
Quello che mi sento di poter dire è che come per la Diaz dove per fortuna il morto non ci è scappato (purtroppo c'era già stato) chi sa di poter giocare a fare il duro nascondendosi dentro una vigliacca zona d'ombra continuerà a farlo.
E il responsabile che deve nascondersi, il principale imputato, è il legislatore.