Venale
Venale, nonostante abbia la radice in comune con la parola “vena”, non c’entra col corpo umano.
Viene usato molto spesso per indicare in modo dispregiativo una persona attaccata al vil denaro, insomma una sorta di Paperon de Paperoni senza ghette, occhialini e tuba.Il problema dell’italiano è che, avendo molte parole, spesso alcuni si divertono a pescare nel calderone linguistico e ad usarne alcune a caso (come venale, per l’appunto).
Con i miei amici, all’università, il problema non si pone: con piacere offro caffè e/o snack ai miei compagni/e d’avventura, se hanno bisogno di un cd o un dvd sono il primo ad interessarmi e così via; insomma avrete capito che non mi interessa far tornare i conti al centesimo (a meno che la persona non mi sia antipatica o indifferente, allora la storia cambia XD).
Come al solito è la famiglia che non ti concede sconti, che non ti perdona la minima elasticità e che ha il senso dell’umorismo di una schiacciasassi; basta tirare fuori l’argomento soldi anche sotto forma di battuta che diventi subito venale.
Gli antichi dicevano: Prima di guardare la pagliuzza nell’occhio altrui guarda la trave a casa tua e devo dire che in questo, a distanza secolare, c’è del vero.
Manco a farlo apposta, infatti…
- quando una delle persone che mi criticano deve tirar fuori 5 euro o fare una spesa extra mette la ceralacca sul portafoglio pur di non aprirlo;
- si fanno paranoie assurde aspettando mesi per capire se l’oggetto in questione gli serve davvero (e intanto cambiano almeno 5 modelli);
- mi chiama di continuo con domande ossessive se mi è arrivato il pagamento sulla Postepay (parliamo di un centinaio d’euro, non migliaia), così posso mandarglielo;
- acquista una macchina fotografica usata (di ottima marca, per carità, ma pur sempre usata);
Allora, chi è il vero venale? É come il toro che dà della cornuta alla mucca…
Marco