Gelosi del tesoro ritrovato, appena entrati ecco che ci si para davanti una fantastica offerta solo per i possessori di tessera Coop: 30% di sconto sui best seller appena usciti!!! Miiiinchia.
Sopra un bancone da pizzicagnolo sono esposte varie copie di Follett, Coelho e simili chincaglierie. In mezzo spicca una montagnetta fatta di Leielui, Leielui, Leielui, Leielui, Leielui, Leielui, Leielui di De Carlo.
La mia lei concede dieci minuti di libertà al suo lui, se ne va al cazzeggio nel reparto strumenti di tortura di modo che il suo lui possa esercitarsi nella tecnica di lettura veloce di Leielui.
Il risultato di questi dieci minuti di rapido sfogliamento non è una recensione, che sarebbe cosa scorretta e nei confronti del libro e nei confronti dell’autore e nei confronti dei cinque milioni di lettori del nostro blog. Uso volontariamente un polisindeto, in omaggio a quella che un tempo era cifra stilistica di De Carlo, l’uso di e…e..e…
E invece, sorpresa, in luogo del polisindeto ora è diventata dominante l’epanalessi, la ripresa continua di una o più parole, in questo caso due. Indovinate quali? Lei e lui, lei e lui, lei e lui, lei e lui, lei e lui, lei e lui, lei e lui.
L’esempio più lampante è nei dialoghi. Tutti costruiti così:
“Blablabla” dice lui.
“Blublublu” dice lei.
Dice lei: “Blobloblo”.
Dice lui: “Blebleble”.
Insomma, una teoria continua di dice lei, dice lui, dice lei, dice lui. Ovviamente voluta, che anche un rincoglionito come il sottoscritto capirebbe chi sta parlando, invece De Carlo opera questa scelta epanalettica, forse per evidenziare il cambio di figura retorica rispetto al passato. Boh. Mah.
A parte i tre milioni di dice lei dice lui, il mio esperimento di lettura veloce non mi ha consentito di ritenere molto altro.
Però. La figura del protagonista maschio mi sembra fotocopiata su tutti gli altri protagonisti maschi dei romanzi di De Carlo. E un certo vezzo di filosofeggiare sulla teoria del rapporto di coppia mi pare adatto a un conduttore di talk show pomeridiano piuttosto che a un valido romanziere come De Carlo. Può essere che punti a trasformarsi in uno scrittore per signora. Del resto i libri li leggono prevalentemente le signore. E il mercato certamente premia De Carlo.
Confesso che, come lettore, gli sono ancora malinconicamente affezionato, dopo averlo molto amato da ragazzino, ai tempi di Treno di panna, e poi Tecniche di seduzione. Oggi scrive queste cose, che, lo so, in modo maschilista e politicamente scorretto, mi viene da definire romanzi per signore.
Del resto, coerentemente a questa scelta, l’autore non esita a corredare i suoi libri con immagini nel suo miglior standing fascinatorio. In quarta di copertina grande foto con primo piano su bicipite tonico. In terza di copertina, altra foto, più piccolina, ma direi più interessante. L’autore in pantalone e maglietta nera aderente è seduto a gambe leggermente divaricate, il braccio sinistro appoggiato sopra un tavolino, il braccio destro a scendere mollemente sulle gambe, la mano piazzata sul pacco. Sì, è proprio messa lì, quasi in funzione di sostegno. Se stringesse due dita, me lo vedrei come uno dei ragazzi di Mery per sempre, a gridare verso l’obiettivo: “Sucaaaa!!”.
Tutta invidia la mia, che per uno che veleggia tra i cinquanta e i sessanta De Carlo sta messo molto bene, certo è meno sfasciato del soprascritto.
Pazienza, del resto io ho la mia lei che viene a riprendere il suo lui dopo i dieci minuti di lettura veloce, di modo da ricostituire la nostra versione di leielui.
“Leielui”, di Andrea De Carlo. Epanalessi in romanzo per signora
Creato il 25 ottobre 2010 da Fabry2010Potrebbero interessarti anche :
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