Leoluca Orlando, dunque, lui, lo sa bene, questo: contro coloro che alzano le spalle, come se fosse cosa facile e populista, lui allora diede a molti cittadini la città che mancava e, mi pare, enunciò la grande verità che ogni palermitano conosce: Palermo non è una città di mare (non come la Paternò di un famoso scandalo elettorale di poco tempo fa). Solo che quel mare, Orlando non ce l'ha ridato e credo che ora abbia ancora da conquistare un gran terreno sul suo stesso campo, anzi: deve ancora capire quale sia il suo campo. Non c'è posto per il mare, a Palermo. Ci si gioca tutto sulla terra, sulle spartizioni, sugli appezzamenti di una città da rimappare.
Una città, Palermo, dove nessuno avrebbe mai pensato a un ballottaggio tra IDV e Sinistra. E quel sagacissimo segretario del PD che si duole per le divisioni della sinistra a Palermo. La sinistra in Italia non esiste - o non esiste più - e, quando esiste, si corrompe facilmente nei giochi di potere, molto più di quanto non accada con la destra. Non ha vinto una sinistra, ha vinto Orlando: in un periodo nel quale il nuovo, packaging of course, è l'inesorabile diktat, il brusio acclama colui che non si è presentato alle primarie del PD. Con dolore, certo, per questa mancanza di confronto leale fin dall'inizio, ma anche con la consapevolezza che - da Vendola in qui - le primarie del centrosinistra sono cose che non ci riguardano, sono movimenti interni di una coalizione indecente e priva di struttura e nerbo.
Nel caso di Leoluca Orlando, non so come: non rappresenta un partito, perché sembra che i partiti abbiano perso senso. In molti a Palermo abbiamo notato la strana assenza di simboli riconoscibili e chiari a livello nazionale nei volantini e cartelloni pubblicitari: a chi appartenga ogni candidato, più o meno, si sa, si sa come si sanno i fatti dei vicini o come i saccenti e ben informati spifferano i segreti di palazzo (ma come, non lo sai?). Chi rappresenta, dunque, Orlando? Gli scontenti di Cammarata e del centrodestra - e del centrosinistra più becero, s'intende - o i nostalgici? Non nascondo ragioni di dubbio e di preoccupazione, soprattutto nel caso che si profila: capire chi sostiene Orlando anche nell'esercizio del potere.
Che vogliamo?, non ci siamo abituati. Solitamente siamo noi cittadini di sinistra gli esclusi dal grande consenso per chi governa; mentre chi governa a destra gode dell'uno e dell'altro appoggio (se non altro perché la destra è più lungimirante nel capire chi può avere peso e consenso nel vasto pubblico e lo appoggia senza riserve, anche oltre ogni credibilità). Vedremo. Spero solo che alla fine sia il migliore, e non il più popolare, a vincere. Se poi coincidono, chapeau.