Leonardo da Vinci a Milano: le Straordinarie Tracce di un Genio

Creato il 19 giugno 2015 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Inaugurata lo scorso 15 aprile - anniversario della nascita di Leonardo - e aperta fino al prossimo 19 luglio, la mostra Leonardo da Vinci 1452-1519. Il disegno del mondo, allestita a Palazzo Reale di Milano, è frutto di circa sei anni di lavoro organizzativo, gestionale e tecnico.

Coprodotta da Skira editore e dal Comune di Milano, l'esposizione è curata da Pietro C. Marani e Maria Teresa Florio e nasce da un'idea di Skira che, su espressa richiesta dell'amministrazione meneghina, propone Leonardo come tema per l'allestimento di una mostra di respiro milanese e al contempo universale, in modo da renderla sia un richiamo sia un rimando a EXPO 2015.

Il risultato è stato quello di dare vita a un grande evento dedicato al genio leonardesco, non a caso intitolato Il disegno del mondo, proprio grazie alla sua universalità e globalità. Un intelletto talmente universale e globale da avere elaborato una vastità di opere che, per quanto l'esposizione milanese sia tra le più complete e memorabili mai viste, certo non è stato possibile raccoglierle tutte. In ogni caso, ci troviamo di fronte alla più grande mostra su Leonardo allestita in Italia, seconda soltanto a quella tenutasi nel 1939, sempre a Milano, presso il Palazzo dell'Arte.

Le oltre duecento opere esposte provengono da un centinaio tra musei e istituzioni di tutto il mondo. A partire, ovviamente, dalla Pinacoteca Ambrosiana di Milano: da qui arrivano trentotto disegni del Codice Atlantico e il Ritratto di Musico. Fonte più singolare è la collezione della Regina Elisabetta II, che ha messo a disposizione una trentina di disegni il cui fascino è ulteriormente accresciuto dalla firma autografa di Leonardo. Mentre un centinaio di altri disegni autografi giungono sempre da Milano, ossia dalla Biblioteca Trivulziana del Castello Sforzesco - nel quale si possono ammirare i lasciti permanenti dei suoi contributi geniali -, che ha prestato il Codice Trivulziano considerato come il suo "libretto degli appunti".

La quantità dei disegni è una testimonianza della ricchezza di argomenti esplorati e indagati dall'ingegno di Leonardo: la natura, l'anatomia umana, i fenomeni atmosferici, i macchinari di vario genere (non mancano quelli militari). E ancora, dagli studi per monumenti equestri si passa alle piante di città utopistiche come quelle per Firenze o Milano oppure, dagli studi per marchingegni come gli scafandri, si passa ai bozzetti preparatori dei suoi dipinti.

Le figure umane sono abbondantemente oggetto di questo genere di studi sia nei movimenti sia nei moti dell'animo, senza che Leonardo abbia trascurato di occuparsi anche della loro anatomia. Anzi: sezioni vere e proprie del corpo umano, per esempio le gambe maschili o i volti femminili, diventano protagoniste di alcuni dei suoi disegni. Un suo lavoro, ad esempio, raffigura la ramificazione del sistema nervoso concepito come un albero, mentre altri mostrano la colonna vertebrale con altrettanti particolari, i muscoli e ancora i tendini di varie parti del corpo.

Inoltre, ci sono disegni che mostrano come anche gli animali e la natura siano stati altrettanto analizzati da Leonardo: cavalli, perfino orsi, gigli, temporali e diluvi, solo per citare alcuni soggetti.

Non da ultimo, in mostra per il primo mese è stato possibile ammirare il leggendario Uomo vitruviano poi tornato, causa motivi di conservazione, alle Gallerie dell'Accademia di Venezia.

Osservare tutti questi disegni da vicino permette di ammirare anche la tecnica utilizzata dall'autore, che per concretizzarli mescolava tra loro materiali diversi. Suggestivo è il risultato ottenuto ponendo in contrasto il colore della penna, o del gesso, col colore della carta marrone chiaro, rosata, azzurra o grigia a seconda dei casi. Un esempio è dato dalla Testa di un guerriero dalla Battaglia d'Anghiari, realizzata in gesso nero su carta grigia, altri da quelli eseguiti in matita rossa su carta preparata in rosso, oppure dall'utilizzo della punta d'argento unita ad altre tipologie di materiali.

I prestiti internazionali riguardano in particolare alcuni tra i maggiori dipinti leonardeschi.

In mostra sono visibili la piccola tavola (16 x 60 cm) dell' Annunciazione, il Ritratto di dama e il San Giovanni Battista, quest'ultimo un tempo acquisito dal Re Sole, tutti provenienti dal Louvre. La Madonna col Bambino, nota anche come Madonna Dreyfus, arriva invece da Washington, città statunitense che ha dato anche altre opere all'esposizione, al pari di New York presente con alcuni disegni.

Tornando in Italia, gli Uffizi hanno a loro volta concesso la Leda e i Musei Vaticani il San Girolamo. Sempre a dimostrazione di come davvero Leonardo e le sue opere abbiano una valenza universale e globale, dato che si trovano in diversi paesi del mondo. Dimostrazione ulteriormente rafforzata dal fatto che, dai vari punti del globo che le hanno accolte, sono temporaneamente tornate a casa. Come in un percorso circolare che rimanda a sua volta al disegno del mondo.

Questi dipinti di Leonardo, di per sé già straordinari nel loro prestigio e importanza anche storica, sono maggiormente valorizzati dal voluto accostamento con altre opere del suo maestro Andrea del Verrocchio.

Significativa e suggestiva è la giustapposizione, nelle stesse sale, tra il busto di marmo della Dama col mazzolino di quest'ultimo con il Ritratto di dama per esprimerne la derivazione. Lo stesso accade con il busto in terracotta di San Girolamo, sempre proveniente dalla bottega di Andrea del Verrocchio, e il dipinto omonimo del geniale allievo, ottenendo il medesimo effetto.

Leonardo da Vinci 1452-1519. Il disegno del mondo è una mostra di tale ricchezza da doversi sviluppare in ben dodici sezioni, necessarie peraltro a scandire la vivacità dell'ingegno di Leonardo. Le tematiche da lui abbracciate e riflesse nei disegni realizzati intitolano ciascuna di queste sezioni. Tutto ciò in un percorso espositivo caratterizzato dal contrasto della scenografia, scura e lineare, con le luci che si concentrano accortamente sulle sole opere.

In questo percorso, che è un vero e proprio viaggio, esse sono accompagnate da dipinti di altri autori prestigiosi e coevi, alcuni allievi del Verrocchio: il Ghirlandaio con l' Adorazione dei Magi, il Perugino con la Pietà con San Girolamo e Santa Maria Maddalena e Botticelli con La Fortezza.

La lunga visita si avvia alla conclusione attraverso la sezione dedicata ai leonardeschi e ad alcune delle loro opere qui esposte, il cui soggetto prevalente è la Madonna col Bambino. Per poi terminare con le rivisitazioni contemporanee della Gioconda, tra le quali quella realizzata da Andy Warhol nel 1979, che ne rinverdiscono ed esaltano il mito.


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