E chi ci racconta ancora che Leonardo è fiorentino, peste lo colga!
Cioè fiorentino è fiorentino, ci mancherebbe, ma di fatto il genio dei geni si è fatto e ha fatto carriera tra le strade d'acqua della Milano della seconda metà del quattrocento. Il resto sono frottole al vento.
Questa fatica storico-letteraria è straordinaria perché ci conduce per mano nella conoscenza ravvicinata di Leonardo, delle sue prime mosse verso il Moro, delle sue opere nella capitale meneghina, e nel suo peregrinare in Francia dopo l'arrivo dei francesi stessi in Italia e a Milano in particolare.
È un libro godibile, che non ha l'ambizione del saggio storico, ma che riesce comunque a raccontare la storia anche a chi non ha grande cultura specifica.
Io che sono uno dei più grandi medievisti che sono comparsi sulla terra addirittura da prima che arrivasse il medioevo, ho storto un po' la bocca non tanto per l'approccio narrativo e divulgativo - quello ci sta - ma soprattutto per il linguaggio 'moderno' che a volte odora di sbracatura lessicale e a volte stucca. Ma tant'è, ormai non ho più l'età, come diceva la Cinquetti, e quindi butto tutto alle spalle.
Il libro è da leggere soprattutto se uno non sa nulla del genio e poco di Milano.
Molto divertente.