Mozzafiato. Così The Telegraph ha definito la mostra “Leonardo da Vinci: pittore alla corte di Milano” allestita alla National Gallery di Londra. Un giudizio pienamente condivisibile da tutti coloro che hanno potuto vedere “Leonardo Live”, film-evento proiettato via satellite Hd da Londra in circa 80 sale cinematografiche sparse in tutta Italia. Un’opera magnetica, che ipnotizza e coglie in estasi, che ci lascia a bocca aperta come bambini di fronte all’arrivo di Peter Pan. Un magnetismo sibillino che scaturisce con forza dalle opere mostrate, frutto del sommo genio del Rinascimento: Leonardo da Vinci.
Traghettati dal giornalista d’arte Tim Marlow, il cui peregrinare, nelle primissime sequenze, per le sette sale della mostra porta inevitabilmente il nostro pensiero ad Arca russa di Sokurov (come dimenticare il vagare dell’uomo invisibile e del diplomatico francese nell’Hermitage di San Pietroburgo), c’imbattiamo in opere di bellezza abbagliante e senza tempo: La Dama con l’ermellino, il San Gerolamo, la Madonna Litta. Ma anche il Salvator Mundi, Il Musico, il Cartone del Burlington House e una copia dell’Ultima Cena. Opere distanti tra loro centinaia e centinaia di chilometri si ritrovano sotto lo stesso tetto in un’esplosione di meraviglia e incanto. E’ così che lo spettatore moderno può vedere anche ciò che lo stesso Leonardo non ha mai potuto vedere: una di fronte all’altra le due versioni, di Londra e di Parigi, della Vergine delle rocce. E le opere ci guardano e si guardano, proprio come la Belle Ferronnière squadra severa e minacciosa la Dama con l’Ermellino. Restiamo imprigionati in un triangolo di sguardi che disorienta e rende impotenti, piccoli, stupefatti di fronte a tanta magnificenza.
Si potrebbe contestare: ma la mostra dal vivo è un’altra cosa! Ma il cinema, come protesi dell’arte, ha due punti di forza: la dimensione e il dietro le quinte. La mdp entra nelle sale con umiltà, rispetto, devozione e stupore. Più volte i critici d’arte intervistati sottolineano l’importanza dell’osservare con attenzione le opere da una prospettiva ravvicinata (e anche qualcosa di più), per coglierne l’essenza. La mdp scorre sulle pitture di Leonardo con dolcezza materna, riflessiva, angelica, e ci pone in risalto, con piani ravvicinatissimi, i dettagli che ad occhio nudo perderemmo. Inoltre il grande schermo ha il potere di mostrarci tutto “all’ennesima grandezza”, portandoci al cospetto di quel Sublime (in senso kantiano) che affascina e terrorizza. E poi c’è il backstage, che si concentra sul lavoro di restauro della Vergine delle rocce, sulla creazione delle cornici, sugli allestimenti di sala con la “fase cartacea”.
Insomma, “Leonardo Live” non è solo né semplicemente un documentario (come tanti altri), e non è lontanamente paragonabile ad un servizio televisivo. “Leonardo Live” è qualcosa di più, è un’opera d’arte nella quale il cinema si fa davvero abbraccio e contenitore di tutte e sei le arti che lo hanno preceduto nel tempo.
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