Viareggio – Torre Matilde – Foto tratta da Nuova Viareggio Ieri -N.11-marzo 1994
Quando la vettura giunse nei pressi della Torre, nel cielo spadroneggiavano ancora lucenti grappoli di stelle. Ma dietro le Apuane, che ora mostravano, seppure tuttora incerto, il loro profilo, un leggero velo rosaceo stava alzandosi per sfumare nel blu intenso. Dalle basse finestrelle del piccolo bianco edificio addossato alla Torre, come un bimbo al grembo della madre, veniva una tenue tremolante luce. Nessuno sul piazzale né sulla banchina del canale dove, un certo numero di piccole barche ormeggiate stavano immobili nell’acqua scura quasi stagnante. Solo lassù, verso la piazza alberata, dove tra qualche ora si sarebbe contrattato verdura, frutta e pollame, qualcuno si muoveva sotto i platani ancora carichi di foglie.
Viareggio – Torre Matilde nel 2013
[…] In quel generoso ottobre del 1847, la traballante vettura proveniente da Lucca s’era fermata nel piazzale davanti alla Torre. Don Alisio Giambastiani posò il pesante involucro che teneva seco sin da Lucca, appoggiandolo alla bitta di pietra dove, stanco, si sedette.
[…] «Bene! Non appena avrò assolto il mandato datomi dal popolo, riprenderemo la via di Lucca… Dio ci aiuti per il barcaiolo!»
[…] Dall’altra parte del canale, un pescatore, con i remi sulla spalla, apparve ai suoi occhi. Lesto il prete gli fece un gesto con la mano, cui rispose l’assenso del pescatore; ma gli occorsero alcuni minuti prima che egli, con la sua barca, potesse attraversare il canale. Don Alisio contrattò la gita a largo e indi, dopo che ebbe passato nelle mani del pescatore, il pesante involto, scese anch’egli nella barca.
Viareggio – Molo – Foto tratta da Nuova Viareggio Ieri -N.14-giugno 1995
[…] Quando la barca giunse alla bocca del canale, il pescatore lasciò per un attimo i remi e prese a tergersi il sudore dalla fronte con una pezzuola rossa. «Siete stanco eh, buon uomo!» gli disse allora don Alisio paternamente, aggiungendo «Ma anche voi contribuite all’opra di Dio!» Un’altra ora di faticoso remare e la barca, ad un cenno di don Alisio si fermò. Ora la barca non era che un piccolo misero oggetto nell’immenso specchio del mare. Il prete si tolse il cappello e fattosi il segno della croce, disse a voce alta: «Per volontà del popolo di Lucca da me e da Dio ispirato, io, don Alisio Giambastiani, cappellano del popolo, do corso al mandato solennemente affidatomi e libero per sempre la mia città dalla macchina del demonio!» e così dicendo si curvò leggermente prendendo dalle mani del suo sagrestano uno strano oggetto metallico. Solo quando don Alisio, nella sua esaltazione, alzò l’oggetto sopra la sua testa, esso si scoprì in tutta la sua realtà. La mannaia di una ghigliottina stava in cima alle bianche ossute braccia del prete.
«Prendila o mare!» fece, quasi gridando, don Alisio, e lasciò cadere la mannaia nel verde dell’acqua limpida. Lucenti spruzzi si alzarono investendo l’abito talare di don Alisio Giambastiani che ora sorrideva d’intensa beatitudine.
(Leone Sbrana, Il cappellano del popolo – articolo pubblicato su Viareggio Ieri – N.8 – agosto 1965)
Viareggio – Molo nel 2013