seconda parte
Sesto personaggio: Alex vs Théo Sinossi: Monsieur Oscar si traveste da killer Alex e, senza che ci venga spiegato il motivo, uccide Théo, un lavoratore notturno avente lo stesso volto, ma non le stesse caratteristiche di Alex. Una volta ucciso, Alex lo traveste come se fosse lui a essere morto e non Théo (trucca Théo come se fosse Alex). Ma, non appena terminato, il nuovo Alex (Théo) accoltella al collo Alex, il quale riesce a trascinarsi, nonostante la ferita, verso la limousine aiutato anche da Céline.
Imprevisto: il titolare e l'assassinio
Analisi: Michel Piccoli, nel ruolo del capo di Oscar, ha il compito d'interpretare il ruolo del decano degli attori francesi. Anzi, è lui l'attore francese per eccellenza (inutile ricordare i suoi film). Egli subentra nell'agenda di Oscar, come un imprevisto. E' preoccupato perchè teme che Oscar stia facendo ciò che fa solo per lavoro, senza più gusto come molti altri. Il protagonista invece lo rincuora, perchè è il gesto del personaggio al centro del suo interesse e non il personaggio in quanto tale, viziato dalla routine o da ordini esterni. Ma è difficile oggigiorno, si lamenta Oscar, le macchine da presa sono ovunque e piccole; il set ricopre il reale e questo è il set. Inoltre, non si può essere al cento per cento ad ogni singolo momento della giornata e la serie di appuntamenti, sfiancherebbero chiunque. L'inventiva sembra allo sbando ed è ciò che teme il titolare. In uno scatto d'orgoglio, e dopo che Piccoli scende dall'auto, Monsieur Oscar improvvisa, verifica se è ancora in grado di elevare il "gesto" ad arte. Uccide sé stesso (o un suo sosia) al ristornate, crea un imprevisto in grado di sconvolgere il suo piano lavorativo, ma prontamente Céline lo rimette sulla carreggiata: rischia di essere in ritardo per un altro appuntamento.
Settimo personaggio: l'anziano M. Vogan
Analisi: Questa sequenza, una delle più belle della pellicola a mio giudizio, inizia a chiarire la situazione, la narrazione. Per la prima volta è chiaro che anche le persone che compaiono a fianco di Oscar stanno in realtà recitando. Infatti, non solo Oscar recita la parte di M. Vagan in punto di morte, ma anche la ragazza di nome Elise, recita esplicitamente la parte della nipote Léa. Ciò appare chiaro subito dopo il decesso dell'anziano quando non è più il personaggio M. Vogan che si alza dal letto, ma Oscar con ancora addosso i costumi e il trucco di M. Vogan. Qui risiede tutta la poesia dell'attore: capacità d'immedesimarsi nel personaggio e allo stesso tempo esserne distaccati. Oscar si fa "portatore" di Vogan (come Elise si fa portatrice di Léa); è il suo supporto materiale e senza di esso il personaggio non potrebbe avere luogo. Non esiste pertanto una separazione netta fra la finzione e la realtà, entrambi sono legati inscindibilmente: il reale è la base per l'immagine del reale.
Analisi: Dal dramma precedente si passa al musical a sfondo drammatico, un altro genere di nuovo sulla cresta dell'onda negli ultimi anni. Oltre al dramma che gli attori devono vivere, ossia al fatto di non poter essere mai se stessi, nonchè l'impossibilità di avere relazioni, si prefigura il legame inscindibile fra l'autista e l'attore. Infatti, oltre alla tristezza dell'attore, emerge in tale sequenza la relazione angelo custode e individuo, già cara a Luc Besson con AngelA, ma figlia dell'eredità cocteauiana con i suoi Le Testament d'Orphée e Orphée (qui l'angelo custode è proprio un autista). Senza più il proprio pupillo, l'angelo/autista non ha region d'essere; per tale motivo quando la donna si butta, l'angelo non può fare altrimenti.
Sinossi: La giornata lavorativa sembra finita. Céline lascia Oscar, in una via residenziale in cui tutte le case sembrano le stesse; lo paga, le consegna le chiavi di casa per la notte e si danno appuntamento per l'indomani alla stessa ora. Oscar entra nella casa e, sulle note della canzone francese Revivre di Gérard Manset, ritova sua moglie e le sue due figlie che si rivelano essere delle scimmie. Dopo aver raccontato la giornata lavorativa, annuncia che le cose stanno per cambiare. Analisi: Questa è forse la sequenza più angosciante, anche perchè inattesa, del film. L'angelo/autista Céline si congeda da Oscar, il quale reciterà tutta la notte la parte del marito e del padre dei primati. E' chiaro che sia la partenza come uomo d'affari alla mattina sia quest'ultima situazione, chiarisce ancora una volta come in realtà in ogni istante della vita si reciti e non si è mai sé stessi. O, meglio, si è sé stessi solo quando si recita. Questi istanti, però, rivelano anche altro: il rapporto che Carax ha con il cinema. La canzone dal titolo eloquente e le parole finali di Oscar in merito a un possibile cambiamento, preannunciano ad una rinascita cinematografica che non può non ripassare dalle tappe dell'evoluzione: dai primati all'Homo sapiens, dai lavori cronofotografici di Marey (per altro esplicitamente citati) al cinema contemporaneo. Non si tratta di una linea orizzontale destinata a finire, ma di un circolo che può rinascere ogni volta. Carax, come ben sostengono i Cahiers, è la fenice che risorge dalle sue ceneri, così come il cinema deve rinascere dai suoi resti contemporanei creando qualcosa di nuovo senza rinnegare il passato (ecco perché Oscar non è un primate: rappresenta il presente in relazione col passato, le scimmie). Carax, in questa pellicola, compie una via crucis; rivede tutte le tappe della sua carriera, tutte le tappe del cinema, e si fa profeta della resurrezione: se non del cinema intero (sarebbe troppo presuntuoso, anche se ne illustra i mali), almeno del suo. Rinasci Carax, ma non si vedrà l'ora di vederti di nuovo nel tuo declino e nella tua successiva rinascita, se ogni volta crei un Cinema di questo tipo. Epilogo
Ecco il trailer in lingua originale:
Mattia Giannone