Ma Camille non è sola: altri stanno ritornando come a riprendersi le loro vite e stanno modificando inevitabilmente le esistenze di chi non è ritornato dall'aldilà.
In più strane cose stanno accadendo nel bacino acquifero vicino alla diga. L'acqua si sta abbassando di livello e sta affiorando il campanile della chiesa del vecchio paese distrutto a suo tempo da una tragica inondazione.
L'apocalisse sembra che si stia avvicinando a grandi passi.
Erano vari anni che non seguivo così appassionato una serie tv: il mondo della tv di oggi poco mi garba , ho abbandonato praticamente del tutto la visione di prodotti televisivi seriali sia perchè preferisco delle storie autoconcluse e che in due ore o poco più diano il loro esito, sia perchè non posso garantire la mia puntualità nel seguire le varie puntate. Questo lo potrei risolvere raccogliendo prima tutti gli episodi per poi spararmeli uno dietro l'altro ma c'è sempre il problema del finale di stagione che, naturalmente , visto che deve dare materiale per aprire alla stagione successiva ti lascia sempre con un palmo di naso, senza conclusione di tutto quello che finora si è intrecciato durante le puntate.
Diciamo che non sono tipo a cui piace sopportare il respiro troppo ampio della serialità tv e proprio per questo mi sono perso prodotti veramente validi sotto ogni punto di visto e che di televisivo hanno poco o nulla.
Non hanno soprattutto niente a che fare con il concetto nostrano di fiction che probabilmente contribuisce a tenermi lontano dalla serialità televisiva.
E si che fino a qualche anno fa, le vedevo tutte...poi è scattata l'insofferenza...
Ma parliamo di Les revenants: ecco per vedere le 8 puntate di questa prima stagione( viste una dietro l'altra in pochissimo tempo) ho abiurato quasi del tutto dai principi enunciati prima perchè questa serie francese, ispirata a un omonimo film del 2004 ( e che presto passerà sul mio schermo), ha tutte quelle cose che io cerco di evitare ma ha una qualità tecnico realizzativa talmente alta che è veramente riduttivo parlare di televisione.
8 puntate da 52 minuti l'una, più o meno, tutte intitolate con il nome di uno dei protagonisti in cui il senso dell'apocalisse incombente, il mistero, l'ambientazione da urlo in una piccola città di montagna ricostruita dopo la succitata inondazione, la colonna sonora ipnotica e straniante targata Mogwai oltre a tutto il coacervo di rapporti tra i vari personaggi creano un'atmosfera sulfurea da cui è difficile distaccarsi.
I vari personaggi si alternano all'interno dello stesso episodio creando un senso di attesa spasmodica per ognuna delle storie trattate nonostante si scelga spesso la dilatazione dei tempi e delle sequenze.
Questi non morti non sembrano versare una goccia di sangue, non dormono, mangiano avidamente , sembrano anche non deteriorarsi ( almeno all'inizio) e questa prospettiva attraverso cui vedere gli zombie è assolutamente originale: non interessa il morto vivente tout court ma si indaga soprattutto sulle implicazioni che il loro ritorno provoca su coloro che hanno subito la perdita.
Siamo dalle parti dell'horror psicologico, molta atmosfera e pochissimi effetti speciali, un pugno di attori veramente valido e una progressione lenta e inarrestabile che viene troncata in un finale di stagione che lascia aperti tutti gli interrogativi già in campo e ne pone di nuovi.
Un finale forse un po' troppo "americano" per i miei gusti ma che non pregiudica assolutamente quanto di buono ammirato in precedenza.Soprattutto fornisce molto materiale per una futura seconda stagione che stiamo già qui ad aspettare impazienti.
Proprio tutto quello che odio del mondo della serialità televisiva.
Se questa è "solo" tv , beh direi che siamo messi bene, benissimo.
E questi diavoli di francesi ci hanno surclassato ancora una volta con un prodotto di qualità eccellente e che non ha nulla da invidiare a serie ben più blasonate.
Anzi forse è vero il contrario....
( VOTO : 8,5 / 10 )