In Italia ora non si può più manifestare. Una volta per reprimere le manifestazioni si usavano le cariche della polizia ma ci si è resi conto che la misura poteva essere un boomerang. Le teste spaccate dei pacifici manifestanti non erano ben accette dall’opinione pubblica moderata oltre che da quella schierata con i cortei. Ci si è quindi accorti che esistevano frange di facinorosi pronti a spaccare tutto quando si fosse reso necessario e quando opportunamente richiesto. Sono quei giovani fascisti che fanno della violenza, sia essa verbale che fisica, una ragione di vita e uno strumento di lotta politica. Chi sa come usare certe cose ha capito che era molto più facile e proficuo sguinzagliare i fascistini con il viso coperto nelle manifestazioni per seminare violenza, panico, odio. Lo scopo, normalmente raggiunto, è quello di far sì che ogni manifestazione diventi un esempio di intolleranza e l’opinione pubblica non scinda i manifestanti pacifici e legittimi dai facinorosi opportunamente infiltrati. Ecco cosa sono i black blocks. Sono fascisti al comando del potere che sfidano lo Stato al servizio dello Stato. Ecco perché ogni manifestazione in Italia è macchiata di violenza. Ecco perché diventa impossibile manifestare pacificamente per le proprie convinzioni e per i propri diritti. Ecco perché non si riesce ad evitare che questi delinquenti legalizzati siano sempre presenti. Non sono lì per caso: c’è qualcuno che li manda. Poi arriva il politico di turno che punta il dito contro l’oppositore dandogli del violento e dell’eversivo. Quel dito era carico in tasca già da prima dei disordini.
Luca Craia
Potrebbero interessarti anche :