Lesotho /I Salesiani sfidano la povertà culturale

Creato il 21 ottobre 2012 da Marianna06

 

In una parrocchia di Maseru , la città capitale del piccolissimo regno del Lesotho, staterello circondato dal grande Sudafrica,  in questi giorni i salesiani di Don Bosco dal nulla stanno impiantando un centro per insegnare alla gioventù locale, quella delle famiglie meno abbienti del posto, a fare proprio un lavoro per la vita, allo scopo di sottrarla, se riescono, alla precarietà e all’emarginazione eventuale  di una  esistenza adulta complessa.

Come accade spesso.

Infatti, pare che il lavoro qualificato, laggiù, sia  roba soltanto  per ricchi e che almeno il 40% della popolazione, in tutto un milione e ottocentomila abitanti , non abbia mai di che mettere insieme il pranzo con la cena. O fosse, magari, anche un solo pasto al giorno.

E meno che mai potrebbe permettersi, quindi, di frequentare la scuola.

Pertanto, con l’aiuto di alcuni benefattori, in particolare gente generosa dall’Italia, il missionario salesiano, cui è affidata la centralissima parrocchia del  Sacro Cuore, ha pensato bene di indirizzare i giovani all’apprendimento della carpenteria e dell’informatica.

 Tenendo presente , per di più, che in Lesotho solo il 4% della popolazione locale utilizza regolarmente internet.

Non sarà affatto un’impresa facile per mille e più di una ragione  (e ne è convinto anche il parroco) ma sono queste  le sfide missionarie, le più provocatorie,  quelle che danno “sale” a chi ha scelto di rendere il “nostro” mondo un po’ migliore.

Il missionario sa di essere, nella sequela a Cristo,  oggi come ieri,  il piccolo Davide contro il gigante Golia. E la “sua fionda”, in casi come questi, è semplicemente la fede .

 Perciò non ha paura.

E accetta fiducioso di mettersi alla prova.

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)