Simbolo di emancipazione, di libertà, di una femminilità mai scoperta o solo ritrovata, la minigonna nasce in un periodo di grandi cambiamenti e rivoluzioni.
Di fronte agli sguardi stupefatti, sconvolti ma anche incuriositi dei benpensanti, si accorcia vistosamente di anno in anno: dal primo modello del '63 (5cm sopra il ginocchio), arriva a -10 e poi a -20 e ancora più su.
Cambiano i tempi, cambiano le ideologie, cambiano le mode: i guardaroba si rinnovano in funzione di questo capo civettuolo senza essere volgare, che urla con orgoglio la sua femminilità vantandosene.
Negli anni stilisti propongono e ripropongono la minigonna in diversi colori, che si accorcia e si riallunga di sfilata in sfilata, ora in pizzo, ora in denim, ora plissettata, ora dritta e dalle linee pulite.
Sdoganata col tailleur di Yves Saint Laurent, proposta in ogni ambiente, colore, forma e tessuto, è diventata un accessorio cult, passe-partout ed un evergreen nell'armadio di tutte le donne.
E nonostante c'è chi canta « siamo donne, oltre le gambe c'è di più...», per una volta freghiamocene e mostriamole queste gambe, queste belle e robuste gambe con le quali calpestiamo la terra, sulle quali ci reggiamo anche se siamo stanche, con le quali compiamo ogni giorno piccole grandi imprese.
E rendiamo grazie alla minigonna che ci ricorda sempre che bisogna esser fiere di essere donne!