Let's go

Creato il 08 maggio 2015 da Veripaccheri
Let's Go
di Antonietta De Lillo
Luca Musella, Elizabeth Cristina Almeida, Vincenzo Arvann
Italia, 2015
genere, documentario
durata, 55'
Un documentario che racconta la storia di Luca Musella, il suo scivolamento - questo è il termine che usa lui stesso – dalla sicurezza borghese di un lavoro rispettato all'incertezza economica della vita da sottoproletario, un film aggraziato che indaga una realtà tanto più grave quanto pudicamente ignorata dalla maggior parte della filmografia.
La vita e le parole di Luca assurgono a paradigma di una fetta sempre più grande di persone che si scoprono prive di certezze economiche da un giorno all'altro. L'eleganza delle riprese stride con la crudezza delle immagini così come l'Italia dell'expo e degli slogan fasciofuturisti stride con la realtà effettiva di un paese in crisi, stritolato da una classe dirigente spietatamente neoliberista impegnata a smantellare il welfare e lasciare spazio a un crudele darwinismo socioeconomico che sacrifica i più deboli sull'altare del profitto delle grandi aziende.
Ma la narrazione non mostra questo, lascia ai fatti e alle inquadrature il gravoso compito della denuncia, concentrandosi sulla figura di Luca, esponendo – attraverso testi scritti da lui stesso – le considerazioni di chi vive al confine tra un mondo borghese e agiato e quello dei sottoproletari, degli extracomunitari e dei clochard, persone senza tutele costrette a chinare la testa e scegliere tra lo sfruttamento e l'inedia.
Con ironica rassegnazione Luca ci accompagna in questo mondo di invisibili, individui incredibili aggrappati alla sopravvivenza contro ogni possibilità, persone senza difese che si destreggiano in un mondo del lavoro che non offre garanzie ma pretende tutto. La storia toccante di un uomo che ha abbracciato l'estrema libertà della vita che molti – immigrati o italiani, a quel punto non importa più – sono costretti a condurre all'ombra di una tanto decantata “stabilità” che per i più non è che un orizzonte lontano. I “vinti” dal (fittizio) progresso che tessono un'esistenza parallela negli angoli bui, ignorati dalla folla e dalla politica, accompagnati dalla delicata introspezione di un uomo che ha saputo mantenere la propria dignità e la capacità di leggere il mondo con una sensibilità che emerge dal testo-lettera – che s'intreccia con le riprese – e smuove l'animo dello spettatore fino alla commozione.
Michelangelo Franchini

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