di Giacomo Dolzani
Si è parlato anche di Nagorno-Karabakh nell’ultima visita del premier italiano Enrico Letta a Baku, capitale dell’Azerbaigian, dove ha incontrato il presidente azero Ilham Aliyev.
Aliyev, durante il confronto con Letta, ha espresso il proprio disappunto per quella che ha definito “l’occupazione armena del Nagorno-Karabakh”, regione la cui popolazione è a netta maggioranza armena, di religione cristiana, ma assegnata all’Azerbaigian musulmano sotto il dominio sovietico tramite artifizi politici per accontentare la Turchia, paese amico e protettore di Baku, a scapito delle popolazione di quei territori.
In risposta a queste affermazioni il premier italiano ha dichiarato che “Questi conflitti protratti non servono a nessuno e noi dobbiamo essere più attivi” promettendo inoltre che “l’Italia sarà sempre in prima linea per appoggiare una risoluzione possibile di questo conflitto che dura da più di vent’anni”.
Il presidente azero ha inoltre lamentato che “non è stata realizzata la risoluzione del ritiro delle forze armene dal nostro territorio”; l’esercito di Erevan infatti mantiene ancora il controllo dell’enclave proteggendone la popolazione che, in caso di un ritorno sotto dominio di Baku, potrebbe essere sottoposta agli stessi soprusi e tentativi di pulizia etnica già perpetrati in passato ai suoi danni.
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