Oggi allego una lettera. Una lettera ad un'amica persa. Non ripongo molte speranze ma sono contenta di aver seguito il mio cuore e di averle detto le cose che avrei voluto dirle tempo fa.
Cara L.,
è tanto tempo che penso di scriverti. Francamente mi piacerebbe sapere cosa è successo. Cosa ci è successo. Veramente faccio fatica a capire. Posso fare delle supposizioni, certo, ma chi mi dice dove sta la verità?
So che mi dispiace, mi dispiace davvero di questo allontanamento. Certo non era, né è mai stato, nelle mie intenzioni.
Sono certa di essermi persa più di qualche passaggio. Le serate sole donne, tu che ti lasci con C., la tua amica F. che si lascia con B., il matrimonio tra L. e N. che naufraga dopo pochi mesi. Io ho saputo tutto molto dopo, ma proprio molto dopo. E, credimi, ancora non so il perché. Tutte queste bugie, questi fraintendimenti, questi misteri...perché? Io non ho rimorsi: ho cercato in tutte le maniere, anche facendo disastri, di capire, di stare vicino…Tante volte ho chiesto a C., tanti sms ho mandato a te. Si vede che così doveva andare...
Non penso però di essere stata una cattiva persona. La prima volta che vi lasciaste, ho litigato con tutto il gruppo perché vedevo che c’era indifferenza nei loro occhi…Sono stata veramente male quella volta. E sono stata male anche questa volta. Ma forse ora ho imparato ad allentare la corda, a farmi scivolare le cose addosso,che se agli altri non importa niente di me non posso mica pretendere nulla. A me degli altri importa invece, sono fatta così. Mi spiace solo venir fraintesa, ecco tutto. Perché se non ci si parla, sinceramente, se non si ha la voglia di chiarire, sicuramente ci si fraintende.
Non ho fatto mai mistero che alcune persone non mi piacciono né mi sono mai piaciute. Forse ho pagato anche questa sincerità, chissà. Però mai ho pensato male di te, mai. Ho sempre avuto massimo rispetto per te e massima stima. Ho creduto, ad un certo punto, che venissi trascinata dagli altri, da chi poteva farti più male che bene. Ma ti ho sempre difesa, ed anche cercata di proteggere.
Tanto tempo è passato, tante cose sono successe, ma io questa lettera, patetica se vuoi, mi sentivo di scrivertela. A te sola. Perché di te sola (e di C.), in tutta questa storia, mi importa veramente.
Mi spiace, credimi. Alcune mie scelte successive sono dipese da come mi sono sentita trattata. Come una che non vale niente. Che non vale neanche una telefonata, neanche un sms per il compleanno dei figli. Sono sempre pronta per un chiarimento, se vuoi. Se pensi ne valga la pena.
Come ti dissi, io ci sono, sono sempre qui, senza rancore, pronta a ricominciare. E non è una frase fatta, credimi.
Un abbraccio stretto stretto, io ti ho voluto e ti voglio comunque bene.