Lettera alla mia coscienza

Da La Donna Di Botero

Ciao…

scusami se ti ho disturbato…ma ultimamente sto rimuginando sempre più intensamente e dolorosamente sul disagio che ho iniziato a provare ormai da qualche anno… Ti confesso che per parecchio tempo – e comunque finché è stato nella parrocchia di Marana – ho avuto modo di confrontarmi con il mio parroco…e sono stati confronti anche piuttosto sanguigni, resi belli crudi dalle nostre personalità, entrambe molto forti. A dirla tutta mi hanno fatto bene!!! …provavo una grande rabbia verso tante persone che si erano comportate male con me…anche persone a me vicinissime…e lui mi ha fatto trovare “la strada” per superare quella rabbia che in realtà logorava solo me. Però mi accorgo che la strada da fare per me è ancora molta e purtroppo, vuoi per incompatibilità col sacerdote che c’è nella mia parrocchia ora, vuoi perché io non riesco ad accettare alcuni suoi comportamenti (e in virtù di questo non potrei mai chiedergli di guidare i miei) mi sento come se…fossi rimasta sola. Tu penserai…”sola a fare cosa?” Solo a gestire la mia “testa calda”, sola a commettere errori e a darmi sempre ragione, sola a “sopravvivere” ad una sensibilità forse troppo accentuata per l’epoca in cui viviamo…e questo è uno dei miei tanti difetti. Mi sento sola ad arrabbiarmi contro quello che non va e a lottare contro i mulini a vento…mi sento sola quando provo un gran senso di smarrimento, tristezza e perdita ripensando al tempo di prima…quando io ero piccola e il mondo era meno schifoso!!! Io mi auguro un ritorno ad una vita più semplice e più UMANA perché quello che vedo intorno a me di umano ha ben poco. Stiamo raschiando il fondo di un barile pieno di melma…io non so più dove guardare. Mi volto verso le persone anziane e mi attacco a loro perché mi sembrano gli ultimi barlumi di normalità e di semplicità in un mondo assolutamente artefatto e mi sento ancora più sola quando mi accorgo che queste belle persone sono vicine al loro naturale “capolinea” Ripenso a quando ero piccola e passavo le giornate con mia nonna perché i miei lavoravano. Ripenso a quanto lei si dedicava ad insegnarmi il giusto e il non giusto. E ripenso alla vita che mi faceva fare. Semplice, genuina, realistica e soprattutto SANA E NORMALE…e poi guardo il mondo di oggi. Il disgusto allo sbando e la degenerazione totale. Stiamo di nuovo commettendo lo stesso errore dei seguaci di Mosé. Stiamo adorando un idolo d’oro…e per giusta di dubbia bellezza. E la mia stessa religione che prima era una guida e un’apertura sulla via della semplicità, ora invece è una specie di fantoccio, macchiato e sgualcito dal benessere che, arrivato anni fa all’improvviso, ha prima indorato e poi subito dopo fatto marcire tutto. E più guardo la mia parrocchia nel suo piccolo…e più mi sento privata anche di quel ricordo passato. Scusami per questo sfogo pure piuttosto velenoso…sono bloccata dall’influenza e questo mi rende più meditativa, accentuando il disagio che normalmente provo…ma sono anche tanto arrabbiata perché la mia vita non la immaginavo in questo mondo così squallido…. Dove devo guardare? Chi può guidare i miei passi? Dove mi devo rivolgere? Qualcuno sicuramente mi tende le mani….ma è tutto così drammaticamente marcio intorno a me (( Volevo fare del bene…ho deciso di mettere tempo libero e umanità a disposizione di chi si fosse trovato in emergenza…ma nemmeno quello riesce a riempire questo mio senso di vuoto…è quasi agghiacciante per me…mi vedo in piedi di fronte ad una parete di roccia fredda…non posso scendere perché cadrei, non posso salire perché non ho appigli…intorno a me sono sola…e questo immobilismo mi fa impazzire. Grazie per aver letto questo mio sfogo. E grazie se vorrai dirmi la tua. Un abbraccio forte Io