Mi permetto di scriverti una lettera aperta in considerazione della nostra conoscenza e stima reciproca.
Come ben sai la società da te presieduta ha sempre avuto l’onore di svolgere la sua attività sportiva, tranne qualche rara eccezione, nella nostra città. Iniziò nel 1920, con un sonante 5 a 0 alla Torres, giocando nello Stallaggio Meloni che, ironia della sorte, sorgeva proprio in viale Trieste città nella quale hai deciso di far emigrare la squadra.
Stando alle tue ultimissime esternazioni non ci sarebbe più la possibilità di far giocare il Cagliari nella sua sede naturale, ma io e tantissimi altri Cagliaritani vogliamo che la squadra resti in città. Tutti noi abbiamo apprezzato le tue penultime dichiarazioni di fine marzo: “stare a Cagliari è un obiettivo che vale per la fine di questa stagione ma anche per il futuro”.
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Ci sono ancora le condizioni per potersi sedere attorno a un tavolo e ridiscutere di tutto: si può trovare un accordo con il Comune negli spazi che sono stati proposti e il Sant’Elia, potrebbe essere ancora la casa della Cagliari calcio per l’inizio della prossima stagione.
Sinceramente credo che la società Cagliari calcio potrebbe fare proposte molto serie per la ristrutturazione dello stadio, con soluzioni proprie o partecipando al concorso di idee che a breve verrà bandito. L’intuito imprenditoriale che ti contraddistingue, che ha permesso al Cagliari di restare nella massima serie con i bilanci in attivo, sono certo ti farà valutare con attenzione queste ipotesi.
Ripartire con una nuova sintonia nei rapporti con il Comune, che per decenni ha lasciato troppe situazioni in stallo, consentirebbe alla città di avere un nuovo stadio in tempi brevi e, cosa assai auspicabile, rapporti distesi con questa amministrazione e le successive. Sono sicuro che con regole precise, responsabilità definite, nel rispetto della legge e del corretto utilizzo dei beni pubblici si potrà ricostituire il sodalizio del Comune con la società Cagliari calcio.
Strana la scelta di Is Arenas, a mio giudizio errata per via dei tempi, di una insufficiente e caotica viabilità e in ragione della vicinanza di un parco regionale (area vincolata e protetta ai sensi della Convenzione di Ramsar per la tutela della zone umide d’importanza internazionale).
La realtà è fatta di abbonati, me compreso, traditi dalla scelta di giocare le partite casalinghe a Trieste ma che, seppur delusi, restano attaccati alla squadra. Lo sconforto e la rabbia sono ai massimi termini e in tanti sono pronti a chiedere alla società Cagliari calcio i danni morali e materiali, increduli che sia stato precluso loro il diritto di assistere alle partite del campionato di serie A al S.Elia. Una deficitaria comunicazione demoralizza i tifosi, ma l’abitudine alla tua imprevedibilità li tiene ancorati alla speranza che la squadra riprenda a giocare in città a partire dalla decisiva sfida contro il Chievo.
Per concludere invito te, o in tua assenza un tuo delegato, a partecipare alla conferenza stampa che si terrà lunedi 16 aprile 2012 alle ore 11 presso il Municipio di Cagliari per confrontarci sul futuro del S.Elia. Ti ribadisco che sono a disposizione, come del resto il Sindaco e tanti altri colleghi in Consiglio Comunale, per discutere di soluzioni condivise.
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Cordialmente
Ferdinando Secchi