"Qualcuno potrà stupirsi perchè questo racconto non ti ha posto in primo piano, non ti ha illuminato come la protagonista. Accade così di questi tempi: in tanti, troppi, confondono l' "apparire" con l' "essere" mentre tu, assieme alle nostre figlie, sei stata la persona che maggiormente ha contato nella mia esistenza".
E' nell'ultimo capitolo che l'autore sottolinea quell'aspetto che emerge agli occhi del lettore durante la lettura: la lettera d'amore è più che altro un racconto della sua vita, della vita di quell'Enzo Biagi che ha vissuto la guerra, che è passato da un'esistenza difficile a un impegno lavorativo di livello. Quel ragazzino che è diventato uomo con penna e taccuino in mano, diventando poi l'Enzo Biagi che tutti noi conosciamo.
Nel libro racconta di tante vicende, compaiono molti nomi di personaggi più o meno famosi - alcuni sconosciuti per me, lo ammetto - e devo dire che mi aspettavo qualche cosa di diverso. Probabilmente io sono tra quelli che si chiedono ciò che l'autore riporta nell'ultima pagina: mi sono chiesta come mai Lucia, la "ragazza di una volta" a cui l'autore si rivolge, compaia solo in modo marginale.
E' proprio nell'ultimo capitolo che l'autore si concentra sui suoi affetti. Tanto che è proprio "affetti" il titolo scelto per il capitolo finale. E' qui che apre del tutto il suo cuore e parla in modo quasi esclusivo di sua moglie e delle sue figlie.
"Te l'ho detto, Lucia, penso che la mia vita sia stata felice, ma nel giro di un anno terribile ho dovuto pagare il prezzo di tutto: tu mi hai lasciato, Anna è morta all'improvviso, sono stato calunniato ed offeso sul lavoro. E così, per trovare un equilibrio accettabile, mi sono immerso ancora di più nel fare - come diceva mia madre - il compito quotidiano. Ogni mattina vado puntuale nel mio studio sopra la Libreria Rizzoli e smetto soltanto quando ha già fatto buio".
Ho avuto in prestito questo libro con altri che ho letto durante l'estate: dei sette libri che mi ha prestato una mia amica, questo l'ho lasciato per ultimo. Probabilmente perchè mi "ispirava meno". Ed in effetti devo dire che, pur avendomi toccato il modo delicato e pulito con cui l'autore si rivolge alla sua amata, defunta moglie, ho letto piuttosto di fretta i tanti racconti inerenti i numerosi personaggi che Biagi cita nel libro.
Trovo che sia una lettura che potrebbe interessare chi volesse approfondire la conoscenza del giornalista autore del libro. Io, a dire il vero, non me lo sono andata a cercare e ne avrei fatto anche a meno.
Un libro ben scritto, questo va detto, ma che onestamente mi ha "presa" poco. In 188 pagine ci si rende conto di cosa abbia riservato la vita ad un uomo come Enzo Biagi: dalle sue origini modeste alla guerra, dall'arrivo nel mondo del giornalismo alle missioni all'estero fino alla sua vita più recente.
Un libro che, però, non mi ha catturata più di tanto. Ciò non toglie il rispetto che possa avere nei confronti della storia - a tratti difficile - dell'autore. Personalmente, però, non mi ha entusiasmata più di tanto. Non me ne voglia!
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Lettera d'amore ad una ragazza di una volta
Enzo Biagi
Rizzoli Editore
15.00