Lettera da una mamma: Scuola o homeschooling?

Da Caffenero

Ho ricevuto questa bella mail da una mamma che mi chiede uno scambio di opinioni. D’accordo con lei, la pubblico perchè ci piacerebbe conoscere anche altri punti di vista.

Ciao Daniela,
sono Chiara e ti seguo “silenziosamente” da diverso tempo ormai. Amo moltissimo il lavoro che fai sul sito, la tua ironia e tutto ciò che riesci a fare con i tuoi bimbi. Ti seguo silenziosamente perché non ho l’abitudine di commentare, forse mi sento di entrare troppo nelle vite delle persone.
Comunque… io ho 3 bimbi, una di 11 anni, che oggi ha iniziato la prima media, uno di 5, che frequenta i grandi alla scuola dell’infanzia ed uno di 2. La grande è in affido con noi da quattro anni e quando è arrivata io non avevo particolari pensieri sulla scuola ed è stato naturale iscriverla. Ha trovato maestre di buon senso e questo per il suo sviluppo è stato importante. Il secondo va a scuola con un po’ di mal di pancia, scuola bellissima, percorsi didattici davvero ottimi, l’anno scorso per alcuni motivi abbiamo attraversato un periodo davvero difficile.
Ti scrivo perchè sono molto dubbio sulla scuola non so se iscriverlo l’anno prossimo o tentare dei percorsi formativi alternativi. Sono una pedagogista, molto affascinata dal metodo Montessori, lavoro quotidianamente con le scuole e ne conosco limiti, risorse e sforzi.
Credo profondamente nella partecipazione attiva dei genitori e vorrei creare un bel dibattito serio e non fazioso su questo argomento. Ma in rete non trovo niente, perchè o sono tutti a demonizzare la scuola, che sembra un campo di concentramento, o a demonizzare gli homeschoolers, che sembrano dei pazzi sciamannati figli dei fiori…
Siccome tu, nei tuoi interventi, mi sei sempre sembrata equilibrata, chiedo a te e per questo ti scrivo: cosa ne pensi? Perchè hai scelto di mandare i tuoi a scuola?Grazie infinite, spero di non averti disturbata.
Grazie infinite.
Chiara

Ciao, Chiara.
Che bella mail! grazie.
Nel gruppo Schoolmommies ci sono molte altre mamme che hanno fatto la mia scelta: scuola tradizione + attività extra senza stress.

La nostra attività di homeschooling è iniziata su uno spunto della maestra di mio figlio maggiore, quando lui era in prima elementare. Alla prima riunione con i gentiori lei ha spiegato le difficoltà della scuola e ci ha chiesto di essere molto presenti perchè i bambini in classe erano tanti. “Cosa possiamo fare?” le hanno chiesto e lei ha risposto: “Il programma in prima elementare è un percorso per apprendere delle abilità più che nozioni, queste abilità serviranno per tutta la loro carriera scolastica, a volte di più a volte di meno. Potete trovare delle attività da fare con i bambini, dei giochi”.
Tornata a casa ho iniziato a pensare a questo suggerimento. Sono sempre stata una mamma su internet: cercavo idee, giochi, consigli sui pannollini lavabili, sull’allattamento, viaggi. Ho scoperto così cos’è l’homeschooling e quante possibilità offriva. Mio figlio però stava già frequentando la scuola.
Io avevo un lavoro fisso e – per dirla alla Montessori – la scuola era utile per “parcheggiare” i bambini (non ricordo in quale libro lo scrive).
Ti confesso che ogni estate a settembre ho mille dubbi. Lontani dall’ambiente scuola i bambini crescono tantissimo. Io ho due figli: 9 anni e 4. Il grande quest’estate mi ha stupito per come ragiona da solo, cosa che vicino ai compagni a volte è difficile. Il piccolo ha imparato a parlare molto molto meglio.

Noi viviamo tra Milano e Trento (valli, non città). Se abitassimo in montagna, sceglierei l’homeschooling senza dubbi. In città mi sembra una scelta troppo complicata per molti motivi, poi magari è un difetto di come vedo io questa città sempre di corsa.

Come molte altre decisioni che riguardano i propri figli, devi sentirla dentro di te. Metti in conto l’impegno, il ritmo, il confronto con gli altri, come reagiscono i tuoi bambini a stare “isolati”.

Per concludere con la domanda che mi hai fatto, ti voglio dire che io non sarei stata in grado di impostare le basi dell’apprendimento, quelli che nell’ambito scolastico sono “i prerequisiti” perchè non ho fatto studi da insegnante. Ad esempio, se tu mi dici di insegnare i mesi, io parto e te glieli faccio imparare a memoria. O almeno questo è quello che avrei fatto. Dopo aver visto i quaderni di mio figlio, invece, so che va costruita l’idea di tempo, di sequenza temporale che non serve solo per capire il discorso dei mesi ma anche per raccontare un evento in modo coerente (e qui penso ad alcuni adulti che raccontano e non si capisce niente). Un altro esempio classico è insegnare a scrivere. Molte persone credono che si possa imparare facendo le schede di prescrittura fino ad arrivare a tracciare bene una lettera dopo l’altra. Questo a volte lo pensano le mamme di bambini piccoli, che non hanno ancora visto cosa succede quando passano dalla matita alla penna o dalla scrittura libera a quella veloce.

Se è al rapporto con i figli che pensi, quello che ti permette di costruire con tuo marito un progetto educativo per loro, sappi che anche entrando a scuola non è perso. Il tuo ruolo di mamma sarà sempre invocato e chiamato in causa.
Io ho scelto di mandarli a scuola per apprendere le basi da una persona diversa da me. A casa io faccio la mamma con quello che serve. Spero di esserti stata d’aiuto.

Avete un consiglio da dare a Chiara per aiutarla a mettere sul piatto tutte le variabili e fare la sua scelta?


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