Lettera dell'UDi di Modena: Stop al Femminicidio

Da Elenagfi
Copio alla lettera la mail che ha inviato l'UDI di Modena in data odierna.Combattiamo il femminicidio, non è possibile che il sindaco di una cittadina paghi le spese legali agli otto stupratori!Lettera aperta alla cittadinanzaL’Unione Donne in Italia chiede alle donne e agli uomini che abitano questa città di affollare la sede dell’Udi di Modena per esprimere unità contro ilfemminicidio che fa della provincia modenese il luogo in cui le donne muoiono di più di violenza rispetto al resto dell’Emilia-Romagna.Vi chiediamo di venire il 13 aprile, dalle 20:00 alle 21:00, in via del Gambero 77, dove, contemporaneamente ad altre piazze italiane, con fiaccole, parole e testimonianze, diremo ancora una volta, con forza, Stop al Femminicidio.Scegliamo la data del 13 aprile perché sarà la giornata in cui si riaprirà un processo per stupro che ha visto una ragazzina di 15 anni di Montalto di Castro essere violentata da un gruppo di 8 coetanei. Il sindaco della città ha pagato le spese legali degli otto stupratori e la cittadinanza ha reagito alla vicenda criminalizzando il comportamento della ragazza che, ancora una volta, se la sarebbe cercata!E così, siamo tornati a poco più di trent’anni fa, quando la Rai mise in onda il primo processo per stupro che vide l’avvocata Tina Lagostena Bassi prendere le difese della giovane donna violentata da un gruppo di famelici analfabeti sessuali che, per fare l’amore, avevano ancora bisogno della clava e di trascinarsi la donna nella caverna, possibilmente per i capelli.Mai, in nessun caso, la violenza è cercata da chi la subisce, altrimenti non sarebbe violenza, ma un rapporto consensuale. Mai, in nessun caso, una gonna corta, aver bevuto troppo o aver flirtato autorizza un uomo ad ignorare il rifiuto al rapporto sessuale di una donna. Si chiama rispetto dell’integrità fisica e psicologica dell’altra persona. Abbiamo dovuto aspettare il 1996 perché la violenza diventasse reato contro la persona ed, ora, non abbiamo intenzione di ritornare indietro, a quando la colpa era della donna che non accettava il matrimonio riparatore col proprio aguzzino, a quando riparare col matrimonio salvaguardava la morale pubblica e portava all’estinzione del reato, a quando uccidere per salvaguardare l’onore della famiglia era tutto sommato comprensibile, a quando se il tuo compagno ti picchiava doveva per forza avere una ragione legittima per farlo, se poi morivi … be’ era un effetto collaterale.L’Udi di Modena dichiara la propria intenzione di recuperare una buona prassi del passato: costituirsi parte civile nei processi, al fianco delle donne lasciate in balìa di una cultura ancora troppo ancorata ad un passato fin troppo recente. Stiamo verificando se ci sono le condizioni giuridico-legali per farlo.In ogni caso, ripartiamo dal 13 aprile 2012 per non essere più vittime ma testimoni della violenza, di qualunque tipo essa sia.Modena, lì 10 Aprile 2012