Pubblichiamo oggi la lettera indirizzata dalla famiglia D’Andrea al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in relazione alla domanda di grazia posta dal noto assassino.
A S.E. Il capo dello Stato
On. Giorgio Napolitano
Palazzo del Quirinale
00187 Roma
La nostra posizione non comporta in alcun modo implicazioni emotive, o volontà di vendetta, ma vuole essere un monito forte e inequivocabile, perché nel nostro Paese la certezza della pena sia baluardo fondamentale e imprescindibile, capace di arginare la criminalità e di tutelare la legalità e la democrazia, promovendo il senso civico da parte di tutti i cittadini.
La forte responsabilità che portiamo nei confronti delle giovani generazioni, che dovranno avere modelli credibili di legalità ed autorevolezza, rende inammissibile e inimmaginabile ogni atto di gratuita clemenza nei confronti di un bandito incapace di mostrare il minimo segno di pentimento e costantemente implicato ancor oggi in episodi di arroganza.
La concessione del perdono, che può se mai attingere la sfera strettamente personale delle persone offese e dei familiari delle Vittime, non è di pertinenza di uno Stato, il cui compito primo è tutelare la legalità e garantire il rispetto dei valori morali e civili sui quali si fonda ogni comunità nazionale.
Con deferenza.
Famiglia D’Andrea
Bergamo, 9 novembre 2012