Lettera di Leonard Peltier

Creato il 10 febbraio 2014 da Rodolfo Monacelli @CorrettaInforma

Leonard Peltier - 6 Febbraio 2014, 38esimo anniversario del suo arresto

So che dico sempre cosí, “Amici, parenti e sostenitori”, ma in realtà voi siete tutti miei parenti. Quando sediamo nella tenda diciamo sempre “Tutti i miei parenti”, quando usciamo diciamo “tutti i miei parenti” e alla fine delle mie lettere dico “Mitakuye Oyasin” che vuol dire “tutti miei parenti”. Sono molto, molto grato a voi, miei parenti. Così molti giorni sono andati e venuti e sembra che io ripeta sempre le stesse cose, ma dovete capire che per 38 anni ogni giorno per me è stato identico all’altro: ancora, ancora e di nuovo, e per molta gente indigena  la lotta contro questo mondo di tecnologia e di corporazioni è andata avanti ugulmente identica.

Leggo le notizie dove i cristiani sono contro i musulmani, i cinesi contro i tibetani, in alcuni di questi paesi parenti contro parenti. Non posso fare a meno di pensare: “come è possibile che questo continui ad accadere?” So per certo che il musulmano medio nel suo paese non ha nulla contro il cristiano e così il cristiano contro il musulmano, per quanto riguarda la religione. In America i nativi non hanno niente contro i non nativi per motivi religiosi. Quello che voglio dire è che  abbiamo in comune il credo nel diritto alla ricerca della felicità  nel rispetto degli altri, e so che  l’americano medio non ha motivo di controversia con nessuno, in altre parti del mondo, per motivi religiosi.

Potete immaginare i vostri figli litigare gli uni con gli altri su come parlare con voi, su come rispettarvi o ottenere la vostra attenzione? Il vostro cuore sarebbe profondamente ferito se  si uccidessero per queste ragioni. Quello che sto cercando di dirvi è di non permettere che i poteri forti e i profittatori distruggano le nostre comunità usando la religione come scusa per privarci delle nostre terre e delle nostre risorse. Troppo spesso popoli che vogliono le risorse di altri popoli inviano soldati per distruggere le infrastrutture di questi ultimi. Molte volte attaccheranno un gruppo nel nome di un altro gruppo e viceversa causando lacerazioni e divisioni. Questo non solo avviene tra nazioni, ma anche all’interno di organizzazioni che cercano di liberarsi dall’oppressione. Ci sono coloro che diffondono dicerie per screditare e dividere  le genti, ma noi dobbiamo sempre tenere presente il nostro obbiettivo: coltivare l’amicizia e il rispetto reciproco. Dobbiamo rispettare gli sforzi degli altri e ricordare che le parole possono recare gioia, ma anche pena e disunione.

Dico queste cose poiché questa può essere  la mia ultima possibilità di libertà. La gente che ho riunito intorno a me è gente che conosco e della quale mi fido. È gente che ho scelto e per la quale voglio rispetto. Nelle terre indiane e in tutto il mondo ci sono uomini che lottano giornalmente per la libertà. L’America ha più gente in prigione di tutto il resto del mondo messo insieme. Il sistema giudiziario americano è diventato un’industria, non un mezzo per  cercare la giustizia. Queste cose non cambieranno se noi gente comune non ci uniremo contro questi  malvagi attacchi al nostro diritto di ricercare la felicità e di vivere in un mondo che non sia retto da una morale basata sull’ottenimento della ricchezza. Vorrei dirvi cose che vi facciano ridere, cose incoraggianti e quando vi riunirete vorrei che ricordaste ciò che io rappresento e la causa per cui mi batto: mettere fine alle violazioni dei vostri diritti costituzionali.

Voglio che siate gioiosi e felici, ma voglio anche che siate consapevoli che, attraverso tutta la storia dell’umanità, le generazioni devono costantemente impegnarsi a difendere  la libertà e la giustizia. Ho 69 anni e dal luogo dove mi trovo credo di aver fatto del mio meglio e continuerò a farlo e vi incoraggio a farlo anche voi. Molte persone,  nel corso delle loro vite, nella ricerca della spiritualità possono raggiungere una fede, o per meglio dire la consapevolezza di essere chiamati a realizzare qualcosa. Se per qualche ragione non avete mai  provato questo sentimento, anche senza lo stimolo della ricerca spirituale ma usando il mero buon senso, guardatevi intorno e osservate gli scenari che vi si presentano. L’impoverimento del mondo naturale, la perdita di acqua potabile, di aria pulita,di cibo sano, e troverete ragioni valide per proteggere queste cose e prevenire l’ulteriore distruzione della natura e della nostra terra. Vi sentirete coinvolti nella salvaguardia delle specie più a rischio, potrete guardare un neonato e domandarvi “che futuro lo aspetta?

Se questa distruzione suicida della nostra terra naturale continua potremo, forse non distruggere la terra, ma distruggeremo comunque la natura nella quale eravamo  stati destinati a vivere. Penso sia importante che voi abbiate il desiderio di migliorare le cose sia da soli o insieme ad altri cercando di fare sempre il meglio. Altri si uniranno a voi, altri che condividono il vostro sentire spirituale. Siamo stati creati  e siamo nati in un circolo vitale e naturale dove tutto dipende dal resto e tutti dipendiamo gli uni dagli altri. Dobbiamo unirci per riparare questo circolo vitale all’interno delle famiglie e delle comunità. Noi, gente comune, discendenti  di altri popoli nativi, non importa da  quale parte del mondo veniamo, noi abbiamo bisogno gli uni degli altri. E se le parole di un uomo di 69 anni rinchiuso in prigione possono arrivare ad essere lette in un incontro come questo, so che voi potete fare ancora meglio. Possa il Grande Spirito benedirvi e darvi forza e amici per condividere fatiche e gioie, conoscenza e perseveranza  per ritrovare le cose che noi, cittadini della terra, abbiamo perduto , la forza per  proteggere ciò che rimane e la lungimiranza per prevenire altre perdite future.

Spero sinceramente di potere essere il prossimo anno con voi ad uno di questi incontri  e poter stare bene tutti insieme. Per il momento… abbracciatevi l’un l’altra per me.

Il vostro fratello, sempre e in tutti i modi. Nello Spirito del Cavallo Pazzo.

Per approfondire la storia di Leonard Peltier, leggi qui e, se non l’hai ancora fatto,  firma la petizione per chiedere la sua liberazione




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