Lettera di Pasqua a Gesù di un ergastolano ostativo

Creato il 30 giugno 2011 da Yellowflate @yellowflate

Lettera di Pasqua a Gesù di un ergastolano ostativo

di Carmelo Musumeci

Carmelo Musumeci nasce il 27 luglio 1955 ad Aci Sant’Antonio (CT) Condannato all’ergastolo senza benefici, mentre è all’Asinara in regime di 41 bis riprende gli studi e da autodidatta termina le scuole superiori. Nel 2005 si laurea in giurisprudenza con una tesi in Sociologia del diritto dal titolo “Vivere l’ergastolo”.  Autore di molti racconti e romanzi , è promotore della CAMPAGNA “MAI DIRE MAI” per l’abolizione della pena senza fine.


L’ergastolo ostativo è quella pena che ti impone la scelta di scegliere fra due mali: o stai dentro fino alla morte o metti un altro al posto tuo.

Gesù, ci sono dei giorni che mi sembra che i muri della mia cella mi stritolino il cuore e ci sono dei momenti che non mi ricordo più come si vive da uomo libero.

Gesù, non riesco a capire! A cosa serve e a chi serve che tanti “uomini ombra” dopo venti anni, trenta anni, alcuni molti di più, rimangono chiusi in una cella?

Gesù,  un “uomo ombra” ha poco tempo per pensare, perché è occupato tutto il giorno a trovare buoni motivi per sopravvivere ad un giorno dietro l’altro.

Gesù, come sono stupidi gli uomini “buoni”: invece di farci fare qualcosa fuori, ci tengono chiusi nelle celle come belve feroci senza fare nulla.

Gesù, in certe notti non esiste nessun altro luogo dove trovare tanta tristezza come nel cuore degli “uomini ombra”, perché non si può pagare il proprio passato con tutta una vita.

Gesù, non ho mai avuto paura dei cattivi, ci sono nato intorno a loro, piuttosto è da tanto tempo che sono i buoni che mi fanno paura.

Gesù, per tutti il futuro è un mistero,  ma non lo è per gli “uomini ombra” perché noi sappiamo già come vivremo, dove vivremo e dove moriremo.

Gesù, le lacrime degli “uomini ombra” non si vedono, perché pure quelle sono di ombra. E non è vero che sperare non costa nulla perché una speranza andata a male è più dolorosa di qualsiasi altro dolore.

Gesù, i sogni vanno e vengono, i ricordi restano: per questo preferisco più ricordare che sognare, perché neppure i cattivi possono vivere senza amore sociale, senza futuro e senza speranza.

Gesù, se tu fossi nato di questi tempi non ti avrebbero messo in croce, ti avrebbero dato l’ergastolo ostativo, perché gli uomini buoni sono diventati molto più cattivi di quelli di una volta.

Gesù, anch’io vorrei morire come te, ma i buoni non vogliono: dicono che sia peccato, loro vogliono far giustizia così, per essere più cattivi di noi.

Gesù, i buoni non fanno come i cattivi, loro le vite preferiscono spegnerle, farle soffrire e distruggerle un po’ tutti i giorni.

Gesù, spero che tu non senta mai tutto il dolore, l’angoscia e la tristezza degli “uomini ombra”, perché noi respiriamo, ma non viviamo.

Gesù,  non capirò mai come persone “perbene”, probabilmente “buone”, mettono, dicono non per vendetta ma per giustizia, la gente in prigione con una pena che non finisce mai e in un posto brutto schifoso e illegale come il carcere.

Gesù, te la posso fare una domanda? Valeva la pena farti mettere in croce per gli umani che sono così disumani?

Gesù, valeva la pena che tu morissi per far diventare i “buoni” così cattivi? Non ti conveniva mettere in croce un altro al posto tuo, come stanno chiedendo a me per uscire dal carcere?

Gesù, dopo venti anni di carcere mi hanno chiesto questo, ma se non l’hai fatto tu che sei così buono, perché lo devo fare io che sono così cattivo?

Pasqua aprile 2011

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