Lettera di un amico.

Da Gattolona1964

Ogni essere vivente appartenete alla specie umana ha un suo inderogabile diritto di costruirsi una propria esistenza determinando con le scelte personali il proprio destino.Capisco che per un genitore, ed una mamma in particolare accettare che un figlio compia scelte che lo distacca e porta lontano provochi lacerazioni, sofferenza e dolore, ma tuttavia credo si debba permettere ai nostri figli di compere le scelte che ritengono opportune, anzi, credo andrebbero sempre incentivati a farle con ragionevolezza, ponderazione ed intelligenza. Certo potrà accadere che spesso saranno diverse da quanto la nostra esperienza, intelletto e sensibilità suggeriscono, magari sbagliate, ma a volte occorre lasciare che i figli sbaglino, soffrano e camminino su strade diverse da quelle immaginate o costruite da noi. L’importante è che abbiano sempre ben chiaro che qualora ci tendano la mano, o arrivi la telefonata o il semplice sguardo che ci cerca, quello ci trovi pronti. Ci siamo e ci saremo a prescindere!Se ora lui sente il bisogno di stare lontano da te e dalla tua nuova vita, forse è perché non ha ben compreso quanto sia accaduto o forse lo ha semplicemente subito e ora vuole invece comprendere fino in fondo se e dove stia un torto o una ragione.Bada bene che non sto giudicando ne’ te ne’ tuo marito attuale e nemmeno il tuo precedente rapporto, sto solo ipotizzando… Credo tu debba solo accettare che il tuo bimbo ora è cresciuto, si è fatto uomo e magari le “bracciatone” della mamma ora lo infastidiscono anche! Ma tornerà, ne sono certo, tornerà! Di mamme c’è n’è una sola… La tua lettera è bella perché è scritta con il cuore di una mamma che vorrebbe stringere a se’ la sua creatura, ma questa un po’ le sfugge, cercando forse di rivendicare e rimarcare la sua indipendenza e capacità di discernimento. E’ bella perché autentica, schietta, diretta e piena di un sentimento positivo e spontaneo che tu provi, hai e avrai fino all’ultimo giorno della tua vita e se fosse possibile anche oltre!

Grazie G., hai scritto un tuo parere importante e sensato in merito alla lettera pubblicata sul settimanale “CHI”, intitolata “LETTERA APERTA A MIO FIGLIO”. Ci conosciamo da quando eravamo bambini, tu venisti ad abitare nel mio piccolo Paese con la tua famiglia, io avevo solo sette/otto anni, tu 2/3 in più. Mi presi, come tutte le bimbette di allora una cotta colossale per te. Hai avuto diverse tribolazioni e vari dolori da affrontare, ma sei rimasto quel ragazzino serio ed affidabile che eri. Abbiamo preso direzioni diverse, abbiamo famiglie e coniugi diversi ma ti sento ancora molto vicno come amico, come padre di famiglia e come persona che ha fatto parte della mia infanzia. Grazie con tutto il mio cuore.