Lettera sull’Umanismo – Martin Heidegger

Creato il 23 aprile 2015 da Maxscorda @MaxScorda

23 aprile 2015 Lascia un commento

Periodicamente Heidegger torna a far parlare di se’ e la ragione e’ chiara.
Figura controversa, si dice sempre cosi’ nei casi in cui la dittatura dell’establishment vorrebbe seppellire qualcuno ma per comprovato valore e importanza non riesce, percio’ se ne giustifica l’esistenza anche laddove il pensiero non e’ allineato ai dettami del regime.
Nella "Lettera sull’umanismo", Heidegger prende spunto e pretesto da una conversazione epistolare con Jean Beaufret  per segnare il punto sull’umanismo ed e’ una risposta al suo interlocutore ma nel contempo al Sartre che in quegli anni se ne usciva col suo raffronto tra esistenzialismo ed umanismo ma e’ anche una linea che separa l’umanita’ prima e dopo il conflitto mondiale e le sue stesse scelte e posizioni,
Vuole anche essere un’affermazione dell’uomo, quantomeno dell’uomo occidentale, che trova le sue origini nella tarda Grecia o meglio nella romanita’ che ha saputo traghettare nei secoli il pensiero che fu prima greco.
"Nel pensiero l’essere perviene al linguaggio. Il linguaggio è la casa dell’essere. Nella sua dimora abita l’uomo. I pensatori ed i poeti sono i custodi di questa dimora." Etica e logos, l’agire che definisce e caratterizza quando ci si riconduce all’etimo, all’agere di una spinta evolutiva che infine e’ cio’ che ci rende umani, cosi’ come l’etica la si ritrova nell’etimo ethos, un luogo di partenza ed ecco che risalta fuori la versione aristotelica da ridiscutere.
Ma alla base dell’etica esiste l’uomo e cosa e’ l’uomo, cosa lo definisce, essere o essenza, basta esistere o serve una ragione che non sia pura metafisica o per meglio dire "ogni umanesimo o si fonda su una metafisica o pone se stesso a fondamento di una metafisica".
Attraverso percio’ una ridefinizione dell’umanismo spogliata dalla metafisica, si puo’ portare la discussione su un piano meno astratto, a suo dire radice della perdita di humanitas che gia’ nel dopoguerra, iniziava a farsi sentire e a pesare. In cio’ il confronto con le tesi esistenzialiste di Sartre che in quel periodo spopolavano e la ricerca di una nuova identita’ capace di mettere in mano all’uomo le redini del proprio destino attraverso l’idea che "l’esistenza precede l’essenza".
Testo di non facile lettura e che richiede non pochi sforzi e necessarie premesse per essere affrontato ma la lucidita’ e perentorieta’ di Heidegger spronano a comprendere e a seguire le sue tesi con sorpresa e piacere.
Vale la fatica, eccome.


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