Jaylin Willow;
Jaylin Willow nasce il 9 giugno 1983. Lettere dall’anno 2684 è il suo romanzo d’esordio edito da Absolutely Free Editore.
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Autore: Jaylin Willow
Edito da: Absolutely Free Editore
Prezzo: 4,99€
Genere: Romanzo fantasy
Pagine: 127
Voto:
Trama: Il mondo è in una lenta via di ricostruzione. Dopo catastrofi naturali e guerre, molti stati oggi conosciuti non esistono più, obbligando la storia a disegnare un nuovo mappamondo suddiviso in sedici Regioni, a loro volta ripartite in otto quartieri. Una sola lingua è parlata e l’economia è basata su un’unica moneta.
La popolazione è nettamente più bassa, meno di un decimo rispetto a quella odierna, e molte specie animali sono andate estinte.
La tecnologia è utilizzata solo per pochi scopi, quasi inesistente nella vita quotidiana.
Il petrolio è ormai scomparso da secoli e i mezzi per spostarsi sono pochi e lenti, funzionanti grazie all’idrogeno e a un nuovo gas chimico innocuo per l’uomo, chiamato Ni-Theta.
È proprio il quartiere di Amethyst, Regione di Swan, che ospita questa storia appartenente a Coleen Eliane Jasmine, figlia di Armand Jasmine, mercante di tessuti, e alla sua fedele domestica Noémie…
Comincia qui il libro di Jaylin Willow, Lettere dall’anno 2684, uno sfondo remoto, eppure plausibile, che accompagna la rinascita di una giovane ragazza, ricca ma abbandonata dalla vita e ormai a un passo dall’abbandonare anche la speranza.
La storia di un piccolo avvenimento, una lettera giunta forse per errore, che cambia l’ordine delle cose, quello stesso evento imprevisto che molti di noi si augurano per la propria vita.
Attaccandosi a esso, la giovane Coleen Eliane risalirà la corrente con coraggio e determinazione.
Recensione:
Se il titolo vi affascina, come è successo a me, dovete annotarvi mentalmente che proprio di questo si parla: una storia epistolare. Il punto è che di lettere ce ne sono molte, addirittura troppe e in alcuni casi mi sembrava di essere la vicina impicciona che cerca di spiare la corrispondenza fra Coleen Jasmine (giovane orfana che ha ereditato il fiuto per gli affari nel commercio di tessuti) e Julian Shaw (pittore amico del defunto padre) nata per puro caso.
Un romanzo che sa di tragedia teatrale ricca di discorsi diretti fatti di domande e risposte incalzanti e momenti di riflessione proposti con l’uso del corsivo come a voler ricreare un’atmosfera da film muto degli anni ’20.
L’originalità dell’autore va premiata sia dal punto di vista stilistico che dal punto di vista della presentazione dei capitoli. Quasi tutti sono correlati da un disegno a matita di sicuro impatto e forte suggestione.
Ma arriviamo alla trama: siamo del 2684 ma a parte due oggetti futuristici lo S.D.A (un separatore di atomi utilizzato per ricevere pacchi e quant’altro in pochi secondi) e il combustibile formato da idrogeno Ni-Theta, l’ambientazione mi fa pensare a qualcosa di vagamente Ottocentesco, fra nobili, servitù, intrighi e amori più o meno evidenti e donne povere al mercato che spettegolano dei ricchi augurando loro ogni sorta di sfortuna; dove le frasi pompose ricche di aggettivi qualificativi per date e mesi, il linguaggio aulico, la onnipresente contrapposizione fra le caste sociali e l’impressione che Coleen fa da “dama fragile, ma al contempo determinata e motivata da nobili fini” la fanno da padrone e in alcuni momenti passa in secondo piano il resto della storia.
Più volte nel corso della lettura mi sono chiesta “Ma questo futuro quando arriva?”
Nelle note l’autore spiega che la tecnologia, così come animali e piante, è andata estinta a causa di guerre e catastrofi, ma non ho letto nulla di nuovo e niente mi fa pensare che il nostro futuro sarà identico a quello di duecento anni fa.
I cenni storici e le curiosità all’inizio del libro non soddisfano le mie domande, le spiegazioni sono blande e nebulose se non per un’oggettiva passione per la toponomastica imbellettata con nomi accattivanti, ma non a tutti può interessare.
Più mi addentravo nel romanzo e più mi domandavo come mai oltre la metà del libro la storia non decollasse e più attendevo un capitolo di svolta più venivo sommersa da lettere che la protagonista scambia un po’ con tutti quelli che conosce e che “contagia” pure la servitù.
In definitiva credo che la cosa che mi rimarrà impressa nella mente sarà la frase più ripetuta nel libro, ossia che Coleen Eliane Jasmine viveva nel quartiere di Amethyst nella regione di Swan.