Sul Libro:
Hurik Van Gotten è stato proclamato generale, ed ora sta vagando per l’accampamento, controllando lo schieramento. É il giorno che precede una battaglia che si rivelerà epica tra l’esercito Imperiale, campione della fede, e le oscure forze dell’Antagonista. Un romanzo dai tratti ucronici ambientato in un sorprendente medioevo tecnologico.
La mia opinione:
Fa sempre piacere concedersi un pò di eroic fantasy (con un pizzico di sword and sorcery in questo caso) nell’attuale panorama letterario ormai invaso da tutte le creature soparranturali possibili e immaginabili. Anche in “Come nasce un cavaliere” fanno la loro bella comparsa nani, elfi e orchi,ma la storia resta fedele ai topoi classici del genere
senza scendere a mercenari compromessi. Utilizzando una struttura serpentina che mescola storie, rimandi e avvii, Romeo narra le origini e la storia di un indomito avventuriero, impaziente combattente e un pò rude cavaliere sui generis che, mentre cerca il suo posto in un mondo diviso tra adoratori del Sommo Drago Celeste (i buoni) ed emissari del Drago del Profondo (i cattivi), trova insegnanti e insegnamenti nei posti più strani. Si srotolano così tante storie satellite che, come è giusto e auspicabile per il libro d’avvio di una trilogia, ampliano la narrazione e presentano al lettore semi di futuri e intriganti sviluppi. Interessanti il congegno e lo stile narrativo che, con l’ampio utilizzo di massime, saggi ammonimenti e digressioni storiche circa l’universo che fa da cornice alla storia, intrattengono il lettore offrendogli un puzzle divertente da mettere insieme. Un buon esordio che si discosta parecchio da quella che ormai è diventata l’abitudine al fantasy. Un libro a cui non manca inventiva e stile.
E ora l’intervista con l’autore:
Ciao Diego, benvenuto su Pane e Paradossi-Letto e Bloggato. Che ne dici di iniziare raccontandoci qualcosa di te, cosa ami fare, come ti sei avvicinato alla scrittura e qual è il suo ruolo nella tua vita?
Sono nato a Napoli (in un certo senso lì dimora il mio cuore come si può notare anche dal mio romanzo) ma all’età di 6 anni mi sono trasferito a Roma, per motivi legati al lavoro di mio padre. Qui sono cresciuto, ho studiato e mi sono formato. Qui ho imparato ad amare la cultura latina, altro elemento fortemente presente nel mio romanzo, qui ho capito che a Roma non ci si viene per caso e che essere romano, anche solo d’adozione, è una grande responsabilità. Nel 1994 mi sono unito ad un’Organizzazione cattolica e ho scoperto il fascino e la bellezza del “diverso” del “distante” (anche questi sono dei temi molto presenti nel mio romanzo). Ho passato la mia adolescenza e la mia maturità fra stranieri, disabili, Rom e poveri, anziani, adulti e bambini. Da loro ho appreso che cosa è la vita, la gioia e il senso di gratitudine. Mi sono laureato nel 2002 in Lettere e Filosofia, indirizzo storico religioso. Lavoro come impiegato e sono sposato con una donna meravigliosa di nome Sophie e ho due bellissimi bambini, Elena di 5 anni ed Alessandro di 3, che mi riempiono di gioia e di amore. Amo dipingere miniature (alcuni dei miei pezzi migliori li potete trovare sulla pagina FB di Lande Percorse), cucinare e leggere. Mi sono avvicinato alla scrittura in un certo senso per gioco. Fin da quando avevo 13 anni scrivevo delle piccole storie per giochi di ruolo con i miei amici. Con il tempo le storie si sono fatte sempre più complesse ed articolate, fino a quando 5 anni fa, quasi per gioco, ho iniziato a scrivere la prima bozza (molto diversa dalla forma attuale del testo del mio romanzo). Quale il ruolo della scrittura nella mia vita è ancora da definire, vedrò se avrà seguito oppure no. Una cosa è certa: è un modo per evadere e per sognare. Scrivo quello che vorrei essere o vorrei fare.
Come nasce “Racconti delle Lande Percorse Libro I – Come nasce un cavaliere”? Qual è stato l’input, la situazione o il personaggio che ha dato il via alla creazione del romanzo e all’idea della trilogia fantasy che ne deriverà?
Racconti della Lande Percorse è nato un po’ per gioco: non c’è stato un vero e proprio input, non ho visto per esempio l’immagine di un bambino con una cicatrice a forma di saetta riflessa sul finestrino del treno, ma è stato più il concretizzarsi di un percorso. Hurik è stato uno dei miei principali personaggi di gioco. Nato su una scheda di D&D, si è sviluppato e definito sempre più: alla fine, dato che avevo smesso di giocare per una serie di circostanze, ho sentito il bisogno di non abbandonarlo e di iniziare a scrivere una storia che lo riguardasse. Alla fine è nato il libro.
Hurik Van Gotten, il protagonista del libro, non è certo quel che si dice il classico Cavaliere. Commette sbagli e ha un carattere non proprio “facile”, un po’ come i suoi originali “Maestri”. Da dove è nata la caratterizzazione dei personaggi che popolano il tuo libro? Da dove hai tratto l’ispirazione per crearli? Come hai bilanciato la ‘quota’ autobiografica e quella di pura invenzione?
La caratterizzazione dei mie personaggi è un mosaico di tutto quello che mi piaceva di tanti personaggi della Storia, dei romanzi e dei film. Si potrebbe dire che non vi è nulla di originale nei miei personaggi, e forse è così, ma a mio avviso la loro originalità (ammesso che ne debbano avere per forza una) sta nel giusto dosaggio di tante piccole parti prese da altri caratteri, che a loro modo li rendono unici (almeno a mio avviso, ma questo lo potranno dire solo i lettori). Come le vetrate delle chiese gotiche, che sono diverse una dall’altra, pur essendo disegnati più o meno con le stesse forme geometriche creano armonie di colori stupefacenti e sempre nuove. Basta calibrare sapientemente i materiali a disposizione. L’ispirazione è nata dal desiderio di avere dei compagni d’avventura come quelli. Provo a spiegarmi meglio. Quando scrivo mi immedesimo in prima persona nelle avventure che narro. Hurik è molto simile a me, anche nella sua evoluzione: i suoi amici sono molto simili agli amici che vorrei in avventura. Un pensiero contorto, ma molti scrittori lo sembrano per definizione! In effetti non ho bilanciato affatto la parte autobiografica con quella d’invenzione. Hurik è al 99% così come mi vedo (poteri e titolo a parte) sia dal punto di vista caratteriale che formativo. Spero sia andata bene così ad entrambi!
Questo è il tuo primo libro. Com’è stato scriverlo? Quali sono stati i momenti più importanti e quali gli aspetti che hai cercato di valorizzare e far emergere maggiormente in questa storia?
È stata sicuramente una bellissima avventura che mi ha emozionato molto, soprattutto quando alla fine ho visto il prodotto finale in forma di libro stampato. Un’emozione veramente unica! Il momento fondamentale è stato quando ho fatto leggere il mio manoscritto ad un amico revisore di bozze per procedere alla correzione del testo. Con entusiasmo sincero mi ha detto che aveva apprezzato il manoscritto, anche se non era proprio il suo genere (non aveva mai letto fantasy). La parte che ho cercato di valorizzare maggiormente, anche se il romanzo è incentrato interamente sulla preparazione di una battaglia, è proprio l’assurdità della guerra, e le sue conseguenze. Per citare un motto efficacissimo “La guerra è la madre di tutte le povertà”.
Il “calvario” con cui tutti gli autori devono prima o poi confrontarsi: la ricerca di un editore. Vuoi raccontarci qualcosa dei passi che hai dovuto fare per vedere finalmente pubblicato “Racconti delle Lande Percorse Libro I – Come nasce un cavaliere”? È stato tutto come ti aspettavi? Com’è il mondo dell’editoria visto con gli occhi di un autore esordiente?
A mio modesto parare il vero scoglio con cui un autore emergente si deve confrontare in Italia non è tanto la ricerca di un editore (è cinico ammetterlo ma alla fine si trova, e spesso con il sistema dell’auto-pubblicazione basta pagare) ma piuttosto la promozione e la distribuzione del proprio libro. Per questo consiglio a tutti di mettere ben in chiaro, e soprattutto per iscritto, questi due aspetti del contratto che un autore esordiente andrà poi a firmare. All’inizio il mondo dell’editoria può sembrare favoloso, perché ci sono moltissimi piccoli editori che ti corteggiano per pubblicare (specialmente se a pagamento). Poi, una volta ricevuto il bonifico e proceduto alla stampa delle copie sottoscritte, tutto il lavoro di promozione e di distribuzione (specie quando ancora sei un perfetto sconosciuto) è lasciato sulle tue spalle. Mi sento di dare un ultimo consiglio. Usate il web! La rete è piena di gente generosa (come voi) che crea blog gratuiti, uno spazio vitale per gli autori emergenti. Una volta entrati in questo giro sarà poi il lettore a decretare se il romanzo vale o no.
Raymond Chandler, in alcune sue lettere, affermava: ”Tre leggi per scrivere a mio uso: non seguire alcun consiglio, non mostrare mai il lavoro svolto, evitare i critici.” E tu quali tre leggi forgeresti a tuo uso?
Sinceramente nessuna delle tre. Anche perché ho fatto l’esatto contrario. Ovvero ho chiesto tanti consigli per la stesura definitiva del mio libro e per fare ciò ho mostrato la mia opera a tanta gente e per finire ho cercato i critici per vedere come potevo aggiustare il tiro. Sono convinto che nessuno nasce già qualcuno, e anche quando hai un “talento innato” devi comunque imparare molto, crescere e formarti. Per fare ciò devi in primo luogo studiare, poi confrontarti con tanti e chiedere consiglio. Solo così, almeno a mio avviso, si riesce ad arrivare ad una padronanza della materia (letteraria, artistica o scientifica). Considero questa mia opera prima un’opera corale perché mi sono avvalso dell’aiuto di tante persone, che ringrazio di cuore.
C’è un genere, una forma letteraria, con i quali vorresti cimentarti e che non hai ancora affrontato?
Mi piacerebbe la poesia, ma ho capito che è un talento così grande che per quanto ci si possa sforzare o è davvero innato oppure si rimane nella mediocrità, una mancanza inammissibile in quel campo.
Da dove parte la tua storia di lettore? Quali generi letterari ti affascinano? Quali sono i tuoi autori feticcio, quelli che ami leggere e rileggere?
L’amore per la lettura è nato nella vita che ho fatto negli ultimi venti anni. Vivere con tanti amici speciali mi ha trasmesso l’amore per il libro e la cultura: da qui è iniziato tutto. Oltre al fantasy i generi letterari preferiti sono la spiritualità e la geopolitica, anche se non disdegno un buon romanzo soprattutto se è storico. Oltre all’intramontabile Tolkien, ho molti altri autori che seguo con passione: Martini, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Riccardi, Paglia, Jean Vanier, Oliver Sacks e molti altri.
Progetti per il futuro di cui vuoi darci qualche anticipazione? A quando il secondo volume de “Racconti delle Lande Percorse”?
Al momento sto lavorando già a due progetti, ma non anticipo nulla perché non vendo mai la pelle dell’orso prima di averlo ucciso. Per il secondo volume spero invece che per il prossimo Natale sia in distribuzione.
E anche per questa settimana è tutto ^__^
Ringraziando ancora una volta tutti gli autori e gli editori che continuano a mandarci le loro opere e voi instancabili lettori che ci seguite fedelmente, auguro a tutti una Buona Lettura e, mi raccomando, non perdete il prossimo appuntamento con Letto e Bloggato!