LETTONIA: Ask.fm, il social network che l’Europa vuole chiudere

Creato il 14 febbraio 2014 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 14 febbraio 2014 in Baltico, Lettonia, Slider with 0 Comments
di Paolo Pantaleo

Il portale ask.fm è tornato al centro dell’attenzione della cronaca internazionale, ed in particolare dei media italiani, dopo la tragica fine della ragazza quattordicenne di Padova suicidatasi pochi giorni fa per le pressioni subite all’interno del social network.

Ask.fm è una società lettone, composta da Oskars Liepiņš, Marks Terebins, Iļja Terebins, Valērijs Vešņakovs, Klāvs Sinka e un’agenzia di investimenti “RubyLight Technology Limited”, che è proprietaria anche di altri due social network, uno lituano “One.lt” e un altro russo “Odnoklassniki.ru”. Ask.fm è stato fondato nel 2010 e ad oggi conta circa 88 milioni di utenti registrati, con utenti giornalieri che viaggiano intorno ai 13 milioni.

Già da un paio d’anni in Europa alcuni governi ne hanno chiesto la chiusura. Lo fece Cameron nel 2013, dopo la morte di una ragazzina, Anna Smith, il 6 agosto 2013. In quel caso i proprietari di ask.fm pubblicarono i dati dei messaggi che spinsero Anna al suicidio e mostrarono che provenivano dal suo stesso computer. Ma questo non fermò l’ondata di richiesta di chiusura del sito, tanto che alcuni grandi gruppi come eBay, Vodafone, BT Group smisero di inserire pubblicità nel social network. Del resto all’epoca quella di Anna Smith era già il terzo caso di suicidio in due anni, che si poteva ricondurre alla frequentazione del social network ask.fm.

Nel frattempo sono state ampliate alcune misure di sicurezza del social network, sono aumentati i moderatori impiegati dalla società, e sono stati avviati anche attraverso la polizia lettone e quella di altri paesi europei, fra cui la polizia italiana, sistemi di collaborazione e di controllo che permettono di individuare gli indirizzi IP dei computer da cui provengono i messaggi che girano su ask.fm, la cui particolarità è quella di permettere agli utenti di restare in anonimato.

Dunque oggi è di fatto possibile individuare i computer da cui provengono i messaggi anonimi anche graziEalla collaborazione fra la polizia lettone e quella degli altri paesi europei e la società proprietaria di ask.fm, ma questo non garantisce ovviamente in maniera automatica la possibilità di risalire al reale autore dei messaggi.

Le pressanti richiesta di maggiori controlli e trasparenza da parte delle autorità lettoni e internazionali hanno spinto la società a dare maggiori informazioni sulla sua attività. Proprio grazie a queste pressioni ask.fm che lo scorso aprile 2013 aveva 50 milioni di utenti registrati, dopo la morte di Anna Smith ha attivato una campagna fra i suoi utenti per spingerli a registrarsi, e a fine 2013 sono arrivati a 88 milioni.

Fonte Ir.lv.

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